H. Identificazione delle condizioni
di successo del Piano strategico e di diffusione aggiornamento
L’informazione e la partecipazione dei cittadini nei processi di decisione
e pianificazione territoriale strategica si configurano
tra gli aspetti più innovativi del nuovo modello di
governance .
Il successo del Piano Strategico che i Comuni proponenti elaboreranno
sarà garantito da alcuni elementi metodologici essenziali
per il reale coinvolgimento di tutti gli attori locali
nelle fasi di progettazione e di attuazione del Piano
stesso.
In primo luogo, il Piano costituisce per le amministrazioni proponenti
e per tutti gli attori locali interessati e coinvolti
nella sua attuazione uno strumento per “mettere a
sistema” tutti i progetti, piani e programmi in
corso di avvio o realizzati nel territorio interessato:
il Piano, cioè, dovrà conseguire quale primo concreto
risultato la ottimizzazione delle risorse umane e finanziarie
attivate o disponibili sul territorio e in un contesto
non solo locale, ma anche regionale, nazionale e comunitario.
La sinergia
continua tra strumenti di pianificazione, programmi
e competenze specifiche disponibili sul territorio e
i necessari strumenti normativo - regolamentari troverà
il suo “luogo” di massima espressione in un “Forum dello
Sviluppo” che il Progetto attiverà.
In particolare, si evidenzia la opportunità di promuovere in tutta
l’Area interessata il processo dell’Agenda 21
Locale quale importante strumento per la governance
ambientale e dello sviluppo sostenibile: in questo senso,
il Comune di Sammichele di Bari rappresenteranno una
“buona pratica” per gli altri comuni proponenti, avendo
gia attivato nei mesi scorsi l’Agenda 21 Locale.
Dal processo di attivazione ed attuazione dell’Agenda 21 Locale, infatti,
il Piano Strategico dovrà mutuare la Metodologia
EASW (European Awareness Scenario Workshop), per
la “facilitazione” dei lavori del “Forum dello Sviluppo”
che accompagnerà tutte le fasi di progettazione e attuazione
del Piano. Si tratta di uno strumento
che, promosso dalla DG Ambiente della Commissione Europea
per sensibilizzare e motivare grandi gruppi di attori
locali nel processo di attivazione della città sostenibile,
è stato successivamente utilizzato con successo in diversi
ambiti della pianificazione strategica: sviluppo locale,
attivazione di percorsi di cambiamento organizzativo,
Agenda21, innovazione e ricerca, Piani Urban, Piani
di Zona, … .
La metodologia EASW prevede l’animazione del Forum permanente ed il coinvolgimento
degli attori locali per gruppi distinti quattro categorie
di attori chiave (politici/amministratori, operatori
economici, tecnologi/esperti, utenti/cittadini) e per
sessioni tematiche/priorità di sviluppo, e prevede tre
fasi principali di attività:
-
Elaborazione di scenari per stimolare i partecipanti
sulle possibili scelte del futuro;
-
Elaborazione di visioni future da parte degli
attori di riferimento che partecipano alle sessioni
tematiche del Forum;
- Elaborazione
delle idee: nell’ambito di ciascuna sessione tematica
e tenuto conto della condivisione in sede plenaria.
La metodologia
è particolarmente robusta ed efficace per attivare processi
locali di consapevolezza, motivazione e di messa in
rete di competenze.
Dalle idee selezionate e da quelle che saranno elaborate potranno emergere
una serie di azioni, gruppi di lavoro, progetti. Spesso
questa modalità di condurre i lavori di gruppo (workshop)
è servito ad attivare delle partnership tra attori locali
che hanno consentito di sviluppare strategia diverse
o di partecipare a progetti internazionali.
Altro fattore di successo dell’attuazione del Piano Strategico sarà costituito
dal set di indicatori – ambientali, economici e sociali
– che verrà individuato per la puntuale e preliminare
analisi iniziale, nonché per il monitoraggio in itinere
ed ex-post degli effetti di ciascun intervento/azione
previsto dal Piano.
Ultimo, e non meno importante, fattore di successo del Piano Strategico,
potrebbe essere dato dalla volontà delle amministrazioni
proponenti di aderire al gruppo italiano della Rete
Internazionale delle Città con Piano Strategico promossa
a livello comunitario per mettere insieme le diverse
esperienze che hanno approcciato la pianificazione strategica
come metodo e strumento per un disegno di crescita
urbana, e che intendono porle anche in raffronto con
quanto già fatto da altre città in contesti diversi
e con lo scopo di passare nel miglior modo possibile
dalla “pianificazione delle strategie” alla “applicazione
delle strategie”. La rete europea delle città con piani
strategici, quindi, affronta in un tavolo “inter-metropolitano”
di livello europeo, con un approccio di benchmarking,
la problematicità del rapporto tra “il governo” (inteso
come disegno e meccanismo istituzionale più adatto a
governare) e “il governare” (l’azione volta a raggiungere
gli obiettivi prefigurati). Il Piano Strategico si qualificherà
così quale strumento cruciale nell’ “institutional building”,
mettendo in rete e facendo circolare e agire attori,
interessi, politiche e risorse che maturano processi
di consolidamento e di regolamentazione reciproca della
propria attività.
La Rete potrà consentire al territorio interessato di disegnare nuovi
rapporti interistituzionali in ambito nazionale (tra
comuni, province e regioni) e a consolidare le relazioni
tra le città, italiane ma anche europee, che cercano
soluzioni ai problemi territoriali con approcci e strumenti
innovativi quale la pianificazione strategica; ma la
Rete consentirà anche di affermare e sviluppare modelli
di governance efficaci per la definizione di
strategie urbane e la loro messa in atto, attraverso
il confronto tra strumenti e procedure funzionanti,
già in corso nelle città europee, e l’individuazione
e la sperimentazione di nuovi modelli possibili.
E’ fondamentale per il Piano Strategico attuare il coinvolgimento
e la partecipazione delle componenti della comunità locale.
Per il buon esito della pianificazione strategica è, infatti,
necessaria la collaborazione di tutti i potenziali soggetti
attivi.
Si tratterà quindi di attivare una partecipazione non
formale o di principio, ma di una concreta disponibilità
a ricoprire un ruolo attivo all’interno dei luoghi di
costruzione e attuazione del Piano Strategico, fornendo
informazioni, valutando situazioni, proponendo progetti,
verificando la loro fattibilità, mettendo a disposizione
know how e risorse. Il Piano Strategico rappresenterà
il luogo di incontro e confronto della comunità locale,
in considerazione della sua collocazione nel contesto
generale, determinando un’azione politica che torna
a valorizzare il suo riferimento alla polis.
Attraverso il Piano si rafforzano la consapevolezza e il
senso (e l’orgoglio) di appartenenza alla comunità locale.
Ciò consentirà di attribuire al Piano una configurazione
che definisca i valori della comunità locale e gli atteggiamenti
positivi nei confronti del “bene comune”, operando positivamente
contro l’estraniazione e la marginalizzazione dalla
società: il coinvolgimento e la partecipazione come
strumento di crescita della comunità locale.
La base partecipativa del Piano Strategico troverà la modalità
di attivazione concreta nella concertazione. Si tratta
di una scelta fondamentale di metodo, che sostituisce
tradizionali contrapposizioni e divisioni con la definizione
comune e consensuale delle scelte.
E’ evidente come ciò richieda una visione generale e non
particolare (talvolta individuale) dei problemi e delle
modalità per affrontarli.
Il processo di “costruzione partecipata” del Piano Strategico
da parte delle 9 Amministrazioni proponenti potrà avvalersi
dell’esperienza della positiva concertazione di questi
ultimi anni. |