La distribuzione e la diffusione delle
piante, oltre a dipendere dalle condizioni edafiche del territorio,
è legata strettamente al tipo di clima. Si ritiene, infatti,
che la vegetazione sia un’espressione diretta delle caratteristiche
climatiche di una determinata area.
I parametri climatici che maggiormente
controllano le principali fasi del ciclo ontogenetico di una pianta,
sono la temperatura e le precipitazioni ed in particolare l’andamento
dei loro valori durante il corso dell’anno. Questi parametri
cambiano con il variare della latitudine e dell’altitudine
con conseguenti effetti sulla distribuzione della vegetazione
sul pianeta. Di conseguenza una specie è presente in una
determinata area solo se riesce a trovare quella combinazione
di condizioni climatiche e risorse che permettono la realizzazione
del suo ciclo ontologico.
La vegetazione a sua volta ha degli effetti
sul clima, soprattutto a livello del microclima, regolando ad
esempio, attraverso la traspirazione, il contenuto di anidride
carbonica e di umidità presente nell’atmosfera (Pignatti,
1994).
Una correlazione tra clima e vegetazione
è stata proposta da Thornthwaite e Mather (1957) che ha
introdotto un bilancio bioclimatico basato sulla misura dell’evapotraspirazione.
L’autore distingue l’evapotraspirazione reale (AE)
dall’evapotraspirazione potenziale (EP). La prima (AE) è
definita come la quantità di acqua che effettivamente evapora
dal suolo e che traspira delle piante in un determinato luogo
a seconda dalle caratteristiche del suolo e del clima. La seconda
(EP) viene definita come la quantità d’acqua che
evaporerebbe dal suolo e che traspirerebbe dalle piante senza
l’esaurimento delle riserve idriche, in determinate condizioni
pedologiche e climatiche.
Esiste quindi un bilancio idrologico riferito
al bilancio tra input idrico, dato dagli apporti meteorici,
ed output dovuti ai processi di evapotraspirazione. La
differenza tra il valore delle precipitazioni medie mensili (P)
e quello dell’evapotraspirazione potenziale (EP) determina
le cosiddette precipitazioni utili. All’inizio dell’anno
idrologico, i valori positivi di (P – EP) indicano che parte
delle precipitazioni saranno accumulate nel suolo in funzione
della capacità idrica dello stesso e, una volta raggiunta
tale soglia, le precipitazioni utili saranno perse per ruscellamento
o percolazione (surplus).
I valori negativi di (P – EP) indicano
invece quanto le precipitazioni non riescono a compensare le perdite
d’acqua per evapotraspirazione. In questo caso la vegetazione
risente del deficit idrico, a meno che non utilizzi l’acqua
immagazzinata (storage) nei mesi in cui le precipitazioni
hanno assunto valore positivo. Il valore di AE coincide sempre
col valore dell’EP ad eccezione fatta dei mesi in cui inizia
a comparire il deficit idrico. L’evapotraspirazione reale
è direttamente misurabile attraverso evaporimetri o formule
che utilizzano i dati climatici normalmente rilevati.
Dall’esame della figura 3.2.1, si
rileva la distribuzione dell’EP annua nel territorio pugliese.
Si nota che le isoplete annue raggiungono i massimi valori lungo
la fascia costiera adriatica (860 mm) compresa tra Bari e Brindisi,
all’interno della quale rientra Lama Belvedere, e lungo
la fascia ionica (900 mm) (Zito et al., 1977).
Figura. 3.2.1 Mappa dell’evapotraspirazione potenziale annua
(in cm) della Puglia centromeridionale (Macchia et al. 1977)
Le temperature medie annue delle aree strettamente costiere del
Sud-Est barese, compresa Lama Belvedere, si aggirano intorno ai
16-16,5°C.
Al fine di calcolare l’evapotraspirazione
potenziale e reale di Monopoli secondo Thornthwaite e Mather (op.cit.),
mi sono avvalso dei dati trentennali relativi alla stazione termopluviometrica
di Polignano (tab 3.2.1), poiché il Comune di Monopoli
non dispone di una stazione termopluviometrica. I dati in ogni
modo si avvicinano alla reale situazione termica e pluviometrica
di Monopoli in quanto i comuni distano solo sette chilometri,
hanno la medesima altitudine e sono entrambi sul mare.
Considerando costante e
pari a 100 mm la capacità idrica del suolo, l’inizio
dell’anno idrologico, avviene nel mese di Novembre.
Dopo il periodo arido,
con la ripresa delle precipitazioni, le riserve idriche del suolo
cominciano ad accumularsi per poter essere utilizzate dalle piante
nei mesi successivi. Il deficit idrico invece inizia Giugno raggiungendo
i valori massimi nel mese di Luglio. L’evapotraspirazione
annua è pari 856,3 mm.
Tabella 3.2.1 Tabella bioclimatica elaborata secondo il metodo
Thornthwaite e Mather (1957).
(T = Temperature medie mensili; P = Precipitazioni medie mensili;
EP = Evapotraspirazione potenziale; P-EP = Differenza tra le precipitazioni
e l’evapotraspirazione potenziale; AE = Evapotraspirazione
reale; D = Deficit idrico; S = Surplus idrico).
L’andamento del bilancio bioclimatico è pertanto
quello tipico del clima mediterraneo.
Ho inoltre elaborato l’indice
di aridità di De Martonne, un valore empirico, che consente
di delineare i limiti di separazione tra i diversi ambienti atti
ad ospitare formazioni vegetali differenti (Pignatti, op. cit.).
Esso viene espresso mediante il rapporto:
i.a. = P / (T + 10)
dove P rappresenta le precipitazioni
medie annue espresse in mm e T la temperatura media annua espressa
in °C. In base al valore ottenuto si definiscono i seguenti
intervalli (tab. 3.2.2).
Tabella 3.2.2 Indici di aridità secondo De Martonne e rispettivi
ambienti.
Per Lama Belvedere, si
nota che l’indice di aridità di De Martonne è
pari a 21.3. Pertanto l’area oggetto di studio rientrerebbe
nella vegetazione della macchia.
Dalla somma delle temperature
medie di gennaio e febbraio è possibile, per la Puglia,
definire delle aree climatiche omogenee a cui corrispondono specifici
tipi di vegetazione (Macchia et al. 2000).
Per l’area presa
in esame, la somma delle temperature medie dei mesi di gennaio
e febbraio è 19°C, valore che rende possibile l’affermazione
della lecceta (fig. 3.2.2).
|
11-14°C:
area fitoclimatica omogenea a dominio Quercus pubescens Willd. |
|
14-16°C: area fitoclimatica
di transizione tra la vegetazione sempreverde e quella caducifoglie |
|
16-19°C: area fitoclimatica
omogenea a dominio di sclerofille sempreverdi (Quercus ilex
L.) |
Figura 3.2.2 Mappa delle
isoterme della somma della temperatura media di Gennaio e Febbraio
per l'individuazione delle aree fitoclimatiche omogenee (Pastore,
2004).
Secondo i dati bioclimatici ottenuti possiamo concludere affermando
che Lama Belvedere possiede le potenzialità di un ambiente
ai limiti tra la macchia ed il bosco a leccio.