LA FLORA VASCOLARE DI LAMA BELVEDERE (MONOPOLI - BA)
Laureando: Francesco Angiulli
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3. RISULTATI
3.3 Caratteri fitoclimatici di Lama Belvedere


La distribuzione e la diffusione delle piante, oltre a dipendere dalle condizioni edafiche del territorio, è legata strettamente al tipo di clima. Si ritiene, infatti, che la vegetazione sia un’espressione diretta delle caratteristiche climatiche di una determinata area.

I parametri climatici che maggiormente controllano le principali fasi del ciclo ontogenetico di una pianta, sono la temperatura e le precipitazioni ed in particolare l’andamento dei loro valori durante il corso dell’anno. Questi parametri cambiano con il variare della latitudine e dell’altitudine con conseguenti effetti sulla distribuzione della vegetazione sul pianeta. Di conseguenza una specie è presente in una determinata area solo se riesce a trovare quella combinazione di condizioni climatiche e risorse che permettono la realizzazione del suo ciclo ontologico.

La vegetazione a sua volta ha degli effetti sul clima, soprattutto a livello del microclima, regolando ad esempio, attraverso la traspirazione, il contenuto di anidride carbonica e di umidità presente nell’atmosfera (Pignatti, 1994).

Una correlazione tra clima e vegetazione è stata proposta da Thornthwaite e Mather (1957) che ha introdotto un bilancio bioclimatico basato sulla misura dell’evapotraspirazione. L’autore distingue l’evapotraspirazione reale (AE) dall’evapotraspirazione potenziale (EP). La prima (AE) è definita come la quantità di acqua che effettivamente evapora dal suolo e che traspira delle piante in un determinato luogo a seconda dalle caratteristiche del suolo e del clima. La seconda (EP) viene definita come la quantità d’acqua che evaporerebbe dal suolo e che traspirerebbe dalle piante senza l’esaurimento delle riserve idriche, in determinate condizioni pedologiche e climatiche.

Esiste quindi un bilancio idrologico riferito al bilancio tra input idrico, dato dagli apporti meteorici, ed output dovuti ai processi di evapotraspirazione. La differenza tra il valore delle precipitazioni medie mensili (P) e quello dell’evapotraspirazione potenziale (EP) determina le cosiddette precipitazioni utili. All’inizio dell’anno idrologico, i valori positivi di (P – EP) indicano che parte delle precipitazioni saranno accumulate nel suolo in funzione della capacità idrica dello stesso e, una volta raggiunta tale soglia, le precipitazioni utili saranno perse per ruscellamento o percolazione (surplus).

I valori negativi di (P – EP) indicano invece quanto le precipitazioni non riescono a compensare le perdite d’acqua per evapotraspirazione. In questo caso la vegetazione risente del deficit idrico, a meno che non utilizzi l’acqua immagazzinata (storage) nei mesi in cui le precipitazioni hanno assunto valore positivo. Il valore di AE coincide sempre col valore dell’EP ad eccezione fatta dei mesi in cui inizia a comparire il deficit idrico. L’evapotraspirazione reale è direttamente misurabile attraverso evaporimetri o formule che utilizzano i dati climatici normalmente rilevati.

Dall’esame della figura 3.2.1, si rileva la distribuzione dell’EP annua nel territorio pugliese. Si nota che le isoplete annue raggiungono i massimi valori lungo la fascia costiera adriatica (860 mm) compresa tra Bari e Brindisi, all’interno della quale rientra Lama Belvedere, e lungo la fascia ionica (900 mm) (Zito et al., 1977).

Figura. 3.2.1 Mappa dell’evapotraspirazione potenziale annua (in cm) della Puglia centromeridionale
Figura. 3.2.1 Mappa dell’evapotraspirazione potenziale annua (in cm) della Puglia centromeridionale (Macchia et al. 1977)


Le temperature medie annue delle aree strettamente costiere del Sud-Est barese, compresa Lama Belvedere, si aggirano intorno ai 16-16,5°C.

Al fine di calcolare l’evapotraspirazione potenziale e reale di Monopoli secondo Thornthwaite e Mather (op.cit.), mi sono avvalso dei dati trentennali relativi alla stazione termopluviometrica di Polignano (tab 3.2.1), poiché il Comune di Monopoli non dispone di una stazione termopluviometrica. I dati in ogni modo si avvicinano alla reale situazione termica e pluviometrica di Monopoli in quanto i comuni distano solo sette chilometri, hanno la medesima altitudine e sono entrambi sul mare.

Considerando costante e pari a 100 mm la capacità idrica del suolo, l’inizio dell’anno idrologico, avviene nel mese di Novembre.

Dopo il periodo arido, con la ripresa delle precipitazioni, le riserve idriche del suolo cominciano ad accumularsi per poter essere utilizzate dalle piante nei mesi successivi. Il deficit idrico invece inizia Giugno raggiungendo i valori massimi nel mese di Luglio. L’evapotraspirazione annua è pari 856,3 mm.

Tabella 3.2.1 Tabella bioclimatica elaborata secondo il metodo Thornthwaite e Mather (1957).
Tabella 3.2.1 Tabella bioclimatica elaborata secondo il metodo Thornthwaite e Mather (1957).
(T = Temperature medie mensili; P = Precipitazioni medie mensili; EP = Evapotraspirazione potenziale; P-EP = Differenza tra le precipitazioni e l’evapotraspirazione potenziale; AE = Evapotraspirazione reale; D = Deficit idrico; S = Surplus idrico).


L’andamento del bilancio bioclimatico è pertanto quello tipico del clima mediterraneo.

Ho inoltre elaborato l’indice di aridità di De Martonne, un valore empirico, che consente di delineare i limiti di separazione tra i diversi ambienti atti ad ospitare formazioni vegetali differenti (Pignatti, op. cit.). Esso viene espresso mediante il rapporto:

i.a. = P / (T + 10)

dove P rappresenta le precipitazioni medie annue espresse in mm e T la temperatura media annua espressa in °C. In base al valore ottenuto si definiscono i seguenti intervalli (tab. 3.2.2).

Tabella 3.2.2 Indici di aridità secondo De Martonne e rispettivi ambienti.
Tabella 3.2.2 Indici di aridità secondo De Martonne e rispettivi ambienti.

Per Lama Belvedere, si nota che l’indice di aridità di De Martonne è pari a 21.3. Pertanto l’area oggetto di studio rientrerebbe nella vegetazione della macchia.

Dalla somma delle temperature medie di gennaio e febbraio è possibile, per la Puglia, definire delle aree climatiche omogenee a cui corrispondono specifici tipi di vegetazione (Macchia et al. 2000).

Per l’area presa in esame, la somma delle temperature medie dei mesi di gennaio e febbraio è 19°C, valore che rende possibile l’affermazione della lecceta (fig. 3.2.2).

Figura 3.2.2 Mappa delle isoterme della somma della temperatura media di Gennaio e Febbraio

11-14°C: area fitoclimatica omogenea a dominio Quercus pubescens Willd.
14-16°C: area fitoclimatica di transizione tra la vegetazione sempreverde e quella caducifoglie
16-19°C: area fitoclimatica omogenea a dominio di sclerofille sempreverdi (Quercus ilex L.)

Figura 3.2.2 Mappa delle isoterme della somma della temperatura media di Gennaio e Febbraio
per l'individuazione delle aree fitoclimatiche omogenee (Pastore, 2004).


Secondo i dati bioclimatici ottenuti possiamo concludere affermando che Lama Belvedere possiede le potenzialità di un ambiente ai limiti tra la macchia ed il bosco a leccio.

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