La flora di Lama Belvedere consta di 160
entità subgeneriche appartenenti soprattutto alla famiglia
delle Liliaceae, seguite dalle Compositae e dalle
Leguminosae. Dall’analisi floristica risultano prevalere
i corotipi mediterranei che nel loro complesso superano il 60%
mentre, tra le forme biologiche, dominano le terofite (37%) seguite
dalle geofite (20%) ed emicriptofite (18%). Questi dati evidenziano
la presenza di una flora tipicamente mediterranea.
E’ interessante sottolineare la contemporanea
presenza di numerose specie cosmopolite e subcosmopolite (13,2%),
di molte infestanti mediterranee e di pochi endemismi (1,9%).
Questo dimostra che ci troviamo in presenza di un ambiente fortemente
degradato, risultato di un lungo sfruttamento della lama da parte
dell’uomo che, anche in tempi recenti, ha introdotto volontariamente
o involontariamente, numerosi alberi da frutto e alcune specie
ornamentali.
Tra gli ambienti riscontrati quello dominante
è l’incolto dove si concentrano la maggior parte
delle cosmopolite, delle infestanti e delle specie introdotte.
E’ inoltre presente un ambiente che possiamo definire di
prato arido il quale, seppur degradato, contiene le specie endemiche
e quelle inserite nella Lista Rossa delle piante d’Italia.
Infine sono stati censiti alcuni piccoli
lembi di macchia alta ove è presente Quercus ilex
L. quale specie arborea. Questo ambiente, per quanto limitato,
si presenta in un discreto stato di conservazione, mancano infatti
specie infestanti, introdotte ed è bassa la percentuale
delle cosmopolite.
Il clima di Lama Belvedere è di
tipo mediterraneo, caratterizzato da inverni miti ed estati calde
con precipitazioni abbondanti in autunno e primavera ma quasi
assenti in estate. Si è visto inoltre che la somma delle
temperature medie dei mesi di gennaio e febbraio è di 19
C°; questi valori termici invernali indicano la potenziale
presenza della lecceta (Macchia et al. op. cit.).
Le leccete pugliesi si rinvengono in distretti
climatici abbastanza caratterizzati dove l’evapotraspirazione
potenziale deve essere compresa tra 820 e 860 mm, le precipitazioni
medie annue devono risultare superiori a 600 mm e la temperatura
media annua intorno ai 16°C. Il valore dell’evapotraspirazione
reale annua nell’area delle leccete è sempre superiore
a 400 mm mentre il surplus idrico non sembra essere significativo
al contrario del deficit che risulta sempre inferiore a –
400 mm. (Macchia et. al. op. cit.).
Secondo l’indice di De Martonne Lama
Belvedere rientra nell’ambiente di macchia.
Dai dati ottenuti e per la documentata
presenza di una piccola area in cui è presente una macchia
alta a Leccio, si può con certezza identificare l’area
di Lama Belvedere all’interno dell’orizzonte della
lecceta mediterranea ovvero nell’alleanza Quercion ilicis.
Tutto ciò è confermato ulteriormente
dal fatto che i fianchi della scarpata Nord-Occidentale delle
Murge, che va da Monopoli ad Ostuni e che si protende in avanti
verso la fascia a coltura di ulivi, sono in gran parte ricoperti
da una vegetazione che sarebbe inquadrabile nei normali schemi
della lecceta mediterranea (Bianco et al., 1991).
Con il presente lavoro ho cercato di fornire
un contributo alla conoscenza del patrimonio floristico di un’area
individuata come d’interesse naturalistico, ambientale e
paesaggistico dalla Regione Puglia (Legge Regionale n.19 del 24.7.1997
B.U.R.P. n° 84 del 30 luglio 1997).
I programmi specifici da adottare per la
tutela e la conservazione della flora di Lama Belvedere dovrebbero
assumere le caratteristiche di un vero e proprio progetto ambientale
teso alla protezione e all’incremento della vegetazione
autoctona nonché alla creazione di corridoi ecologici di
collegamento tra le aree naturali protette ad essa adiacenti.
Per quanto riguarda la scelta delle aree da sottoporre alla tutela
si dovrebbero includere, non solo quelle all’interno degli
ecosistemi protetti o quelle immediatamente circostanti con funzione
protettiva, ma anche quelle dislocate altrove e funzionalmente
ad esse correlate come elementi paesaggistici con funzione di
“corridoi ecologici”.
In conclusione, gli obiettivi alla base
della tutela e conservazione di Lama Belvedere a mio parere dovrebbero
essere:
- |
il
ripristino della funzione idrogeologica dell’alveo
del Torrente Ferraricchio; è necessario mantenere
il “verde permeabile”, per garantire il deflusso
naturale delle acque evitando fenomeni alluvionali. |
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la
conservazione e la valorizzazione della flora autoctona;
è necessario tutelare Lama Belvedere essendo una
delle poche aree inedificate che si insinuano in un territorio
urbano. Tale programma di conservazione e recupero, deve
mirare al ripristino della flora che caratterizza la lecceta
mediterranea la quale rappresenta la vegetazione potenziale
di Lama Belvedere. |
- |
la
fruibilità dei luoghi da parte della comunità;
è bene tener conto della necessità di creare
percorsi ecocompatibili che consentano la fruibilità
tra il sistema urbano e il sistema ambientale, in un ottica
di educazione al rispetto e all’appartenenza dei luoghi. |