Le
160 entità subgeneriche censite sono raggruppate in 142 generi
e 56 famiglie, quelle più ricche di specie sono le Liliaceae,
contrariamente a quanto avviene a livello regionale dove sono poco
rappresentate. Seguono le Compositae e le Leguminosae (fig. 3.2.1).
Figura 3.2.1 Ripartizione numerica dei taxa nelle diverse famiglie
Assegnando a ciascuna delle
specie che compongono la flora di Lama Belvedere le forme biologiche
di Raunkiaer, è stato possibile calcolare le percentuali
con cui esse sono rappresentate. Il complesso di queste percentuali
è detto spettro biologico.
Figura 3.2.2. Spettro biologico
(T = Terofite; G = Geofite; H = Emicriptofite; P = Fanerofite; NP
= Nanofanerofite; Ch = Camefite).
Dall’analisi dello spettro biologico (fig. 3.2.2) e dello
spettro delle forme di crescita (fig. 3.2.3) emerge che predominano
le terofite (37%) ed in particolare le terofite scapose si presentano
con il 35,6% del totale delle specie. Seguono le geofite con il
20% dove prevalgono le geofite bulbose e le emicriptofite con il
18% dei taxa esaminati. Le fanerofite sono rappresentate dal 16%
dei taxa esaminati mentre le nanofanerofite dal 5%. Infine le camefite,
distribuite nelle forme di crescita fruticosa (1,9%), suffruticosa
(1,3%), succulenta (0,6%) e reptante (0,6%).
La dominanza delle terofite è conforme allo spettro biologico
della flora pugliese che a sua volta è quello tipico delle
zone mediterranee. Viceversa risulta elevato il valore delle Fanerofite
e delle Nanofanerofite se confrontati con quelli della flora pugliese
nella quale sono presenti rispettivamente con il 5,6 ed il 2,9%.
Questo dato è dovuto all’elevato numero di specie arboree
ornamentali e da frutto introdotte dall’uomo nel corso dei
secoli come Olea europea L., Prunus dulcis (Miller) D. A. Webb,
Malus domestica Borkh, Prunus domestica L., Opuntia ficus indica
L. Pittosporum tobira (Thunb.) Aiton fil., ecc.
Figura 3.2.3 Spettro delle forme di crescita
T scap = Terofite scapose; T
rept = Terofite reptanti; T par = Terofite parassite; P scap = Fanerofite
scapose; P caesp = Fanerofite cespugliose; P lian = Fanerofite lianose;
P succ = Fanerofite succulenti; NP = Nanofanerofite; H scap = Emicriptofite
scapose; H bienn = Emicriptofite bienni; H ros = Emicriptofite rosulate;
H casp = cespitose; G bulb = Neofite bulbose; G rhiz = Geofite rizomatose;
Ch suffr = Camefite suffruticose; Ch frut = Camefite fruticose Ch
succ = Camefite succulente; Ch rept = Camefite reptanti.
Sono del tutto assenti sia le idrofite che
le elofite per la totale mancanza di ambienti acquatici.
Dall’esame dello spettro corologico
(figura 3.2.4) si evince che i corotipi più rappresentati
sono quelli mediterranei; predominante è quello stenomediterraneo
(25,7%) seguito dall’eurimediterraneo (18,2%) e dal mediterraneo
s.l. (18%) questo, ad ulteriore testimonianza che ci troviamo di
fronte ad una flora tipicamente mediterranea.
Figura 3.2.4 Spettro corologico
E’ inoltre da evidenziare una bassa presenza dei taxa eurasiatici
(4,3%) rispetto ai valori che essi assumono nella flora italiana
e pugliese, ma il dato più rilevante è senz’altro
la marcata presenza di cosmopolite e sub-cosmopolite (13,2%) che
testimoniano il forte disturbo di sicura origine antropica presente
nella lama, infatti, il valore delle specie ad ampia diffusione
a livello regionale è solo dell’8,5%.
Le endemiche e subendemiche
sono rappresentate dall’1,9% delle specie totali contro il
4,48% degli endemismi pugliesi.
Le specie endemiche presenti
in Lama Belvedere sono: Serapias orientalis Nelson subsp.
apulica Nelson (foto 1), Ornithogalum adalgisae H.
Groves, Crocus longiflorus Rafin.
Serapias orientalis
Nelson subsp. apulica Nelson
Famiglia: Orchidaceae
Status in Italia: VU (Vulnerabile)
Status in Puglia: VU (Vulnerabile)
Endemicità: endemica della Puglia (fig. 3.2.5) è presente
lungo la costa adriatica dal Gargano e ad Ostuni (Pignatti, op.
cit.).
Habitat: prati aridi lungo la costa e fino a 200 m di quota.
Figura 3.2.5
In verde le regioni d’Italia dove Serapias orientalis Nelson
subsp. apulica Nelson è presente (Scoppola et al.,
2005)
Ornithogalum adalgisae H. Groves
Famiglia: Liliaceae
Endemicità: endemica di Puglia e Basilicata (fig. 3.2.6).
E’ stata rinvenuta presso Bari e Otranto (Pignatti, op.
cit.). E’ stata anche segnalata in Istria a Pola. Un recente
lavoro di Peruzzi e Passalacqua (2003), considera O. adalgisae
come un sinonimo di O. refractum Kit.(Garbari et al.,
2003).
Habitat: pascoli aridi (0 - 300 m).
Figura 3.2.6
In verde le regioni d’Italia dove Ornithogalum adalgisae
H. Groves è presente (Scoppola et al. op.cit.)
Crocus longiflorus Rafin.
Famiglia: Iridaceae
Endemicità: Italia Meridionale (fig. 3.2.7). E’ presente
nel Salernitano, Murge, Basilicata, Pollino e Sila (Pignatti, op.
cit.).
Habitat: Pascoli aridi e pietrosi, cedui (0 - 1500 m).
Figura 3.2.7
In verde le regioni d’Italia dove Crocus longiflorus
Rafin. è presente (Scoppola et al. op.cit.)
Durante il censimento floristico di Lama Belvedere ho riscontrato
la presenza di cinque specie di particolare importanza, inserite
nelle Liste Rosse nazionali e regionali (Conti et. al.,1997).
Queste sono:
Serapias orientalis Nelson subsp. apulica Nelson (già
descritta), Ornithogalum adalgisae Graves (già descritta)
Asphodelus tenuifolius Cav. (foto 3) e Asyneuma limonifolium
(L.) Janchen (foto 2).
Asphodelus tenuifolius Cav.
Famiglia: Liliaceae
Status in Italia: CR (Gravemente minacciato)
Status in Puglia: VU (Vulnerabile)
Habitat: pascoli aridi, incolti (0 - 500 m).
Endemicità: specie segnalata nel Gargano presso Vieste, in
Basilicata e nella Sicilia meridionale (Pignatti, op. cit.) (fig.
3.2.8). Fino ad oggi, non era stata mai segnalata nel territorio
di Monopoli (BA).
Figura 3.2.8
In verde le regioni d’Italia dove A. tenuifolius Cav. è
presente (Scoppola et al., op. cit.)
Asyneuma limonifolium (L.) Janchen
Famiglia: Campanulaceae
Status in Italia: LR (A minor rischio)
Habitat: Rupi calcaree, pascoli aridi (0 - 400 m)
Note: specie anfiadriatica. Per tali specie il litorale pugliese
rappresenta il limite più occidentale del loro areale. In
Puglia è stata segnalata a Fasano (BR), e lungo la Penisola
Salentina. In Basilicata si trova presso Matera (Pignatti, op.
cit.) (fig. 3.2.9). Per la prima volta questa specie è
segnalata a Monopoli (BA).
Figura 3.2.9
In verde le regioni d’Italia dove Asyneuma limonifolium (L.)
Janchen è presente (Scoppola et al., op. cit.)
Allium atroviolaceum
Boiss.
Famiglia: Liliaceae
Status in Puglia: VU (Vulnerabile)
Habitat: incolti aridi (0 - 300 m)
In Puglia questa specie si rinviene nelle aree a Sud di Bari in
particolare presso Casamassima (Pignatti, op. cit.). (fig.
3.2.10).
Figura 3.2.10
In verde le regioni d’Italia dove Allium atroviolaceum Boiss.
è presente (Scoppola et al., op.cit.)
Va inoltre ricordata Ononis bifora Desf. che viene per la
prima volta segnalata nel territorio di Monopoli.
Ononis bifora
Desf.
Famiglia: Leguminose
Habitat: incolti aridi (0 - 400 m)
Note: Si tratta di una specie abbastanza rara fino ad oggi segnalata
in Puglia solo nel territorio di Barletta e Bitonto (BA) e presso
Terracina (Roma) (Pignatti, op. cit.) (fig. 3.2.11).
Figura 3.2.11
In verde le regioni d’Italia dove Ononis bifora Desf. è
presente (Scoppola et al.,op. cit.)
Da un’attenta analisi
della flora di lama Belvedere risulta la massiccia presenza di specie
esotiche.
Nella maggioranza dei casi un territorio è occupato da specie
autoctone e solo poche sono le specie provenienti da altre regioni
introdotte volontariamente o inavvertitamente dall’uomo (Banfi
et al. op. cit.). Queste piante, dette alloctone o esotiche, assumono
un’importanza floristica quando riescono ad adattarsi e ad
espandersi autonomamente nel territorio “straniero”,
stabilizzandosi fra le specie autoctone.
Durante il censimento delle
specie presenti in Lama Belvedere ho riscontrato la presenza di
alcune specie esotiche introdotte in passato dall’uomo come
piante ornamentali o per il fatto possedere frutti eduli come nel
caso dell’Opuntia ficus indica L. (Miller). In particolare
questa è una specie Neotropicale, introdotta in Europa già
da Cristoforo Colombo come pianta ornamentale e per il suo frutto.
Oggi questa specie risulta perfettamente naturalizzata in Italia
meridionale e nelle isole dove ormai costituisce un elemento tipico
del paesaggio. Altre specie esotiche ben adattate al clima mediterraneo
presenti in Lama Belvedere sono l’Agave americana L.,
nella variante marginata Trel. tipica dell’America
centrale, l’acetosella degli uliveti (Oxalis pes-caprae
L.) specie Sudafricana e la Mirabilis jalapa L. specie
Sudamericana (Perù). Quest’ultima più conosciuta
come “Bella di notte” è stata introdotta come
pianta ornamentale ed oggi è divenuta sub-spontanea presso
i giardini (Pignatti op. cit. 1982). Ho riscontrato inoltre,
la presenza di piccole popolazioni di specie esotiche di origine
giapponese: Pittosporum tobira (Thunb.) Aiton fil. e Ligustrum
japonicum Thumb., frequentemente utilizzate per la realizzazione
di siepi e giardini pubblici.
E’ quasi certo che
queste specie si siano trovate a far parte della flora di Lama Belvedere
a causa dell’immediata vicinanza delle abitazioni, con annesse
siepi e giardini; questi ultimi, infatti, si spingono fin sui bordi
della lama stessa.
Ho ritenuto inoltre opportuno
descrivere i diversi ambienti incontrati formulando per ognuno di
essi lo spettro delle forme biologiche e dei tipi corologici.
L’ambiente più
esteso è rappresentato dagli incolti dove dominano le terofite
e le emicriptofite (fig. 3.2.12) come è tipico di questo
ambiente. Il 14% di Fanerofite è dovuto alla presenza di
specie arboree da frutto introdotte. I corotipi più frequenti
sono quelli mediterranei e cosmopoliti (fig. 3.2.13). Questo ambiente
è il regno delle specie ruderali quali: Hordeum murinum
Hudson, Avena fatua L., Daucus carota L., Diplotaxis
erucoides (L.) DC, Echium vulgare L, Lavatera cretica
L., Capsella bursa-pastoris (L.) Medicus, Eruca sativa
Miller, Reseda alba L., Papaver rhoeas L. ecc.
Figura 3.2.12 Distribuzione percentuale delle forme biologiche nell’incolto
(T = Terofite; H = Emicriptofite; G = Geofite; P = Fanerofite; Ch
= Camefite; NP = Nanofanerofite)
Figura 3.2.13 Spettro corologico relativo all’ incolto
Oltre agli incolti, il prato arido costituisce uno degli ambienti
più frequenti in Lama Belvedere. La composizione floristica
di un prato varia notevolmente a seconda del tipo di substrato,
dell’esposizione, dell’umidità, oltre che dagli
interventi operati dall’uomo con i tagli, il pascolo, le concimazioni,
gli incendi, ecc. (Della Beffa, 1999).
In particolare per Lama Belvedere, le costanti falciature previste
dal Comune di Monopoli per evitare incendi soprattutto nei mesi
estivi, hanno via via selezionato quelle specie più resistenti
al taglio, a scapito di altre che sono state probabilmente eliminate
o numericamente ridotte.
Seppure molto variabile, la flora dei prati è quasi sempre
caratterizzata da una massiccia presenza di Graminaceae fra
cui: Lagurus ovatus L., Briza maxima L., Digitaria
sanguinalis (L.) Scop., ecc.
In questo ambiente, molto rappresentate sono anche le Leguminosae,
tra le quali spiccano Ononis biflora Desf., Trifolium
stellatum L. e Trifolium hybridum L. e le Compositae,
rappresentate maggiormente da specie infestanti come quelle del
genere Chrysanthemun, infine le Umbelliferae e le
Scrophulariaceae.
Tra le specie che presentano fioriture più appariscenti spiccano
numerose Liliaceae come: Allium neapolitanum Cyr.,
Leopoldia comosa (L.) Parl., Muscari neglectum Guss.,
Asphodelus tenuifolius L., Asphodelus microcarpus
Salzm. et Viv., Urginea maritima (L.) Baker ed alcune specie
del genere Ornithogalum come Ornithogalum adalgisae Graves.
Tra le Ranuncolaceae
si riscontrano: Anemone hortensis L., Adonis annua
L. subsp. annua.
Da segnalare, in questo ambiente,
è la presenza di due specie appartenenti alla famiglia delle
Orchideaceae: Serapias orientalis Nelson subsp.
apulica Nelson e Anacamptis pyramidalis (L.) L. C. Rich.
Due sono le specie parassite
individuate appartenenti entrambe alla famiglia delle Orobancaceae:
Orobanche crenata Forsskal e Orobanche ramosa L. subsp.
nana (Reuter) Coutinho.
Anche nei prati aridi predominano
le terofite (44,2%) e le geofite (32,7%) (fig. 3.2.14). Il corotipo
dominante è quello mediterraneo, seguono poi il cosmopolita
e ubcosmopolita. Anche questo ambiente, per l’elevato numero
di specie ad ampia diffusione, si presenta fortemente degradato.
E’ da sottolineare che qui si concentrano tutte le specie
endemiche (fig. 3.2.15).
Figura 3.2.14 Distribuzione percentuale delle forme biologiche nel
prato arido.
(T = Terofite; G = Geofite; H = Emicriptofite; Ch = Camefite; NP
= Nanofanerofite; P = Fanerofite)
Figura 3.2.15 Spettro corologico relativo al prato arido
All’interno di Lama Belvedere, in quelle
aree più impervie si ritrovano micro ambienti di macchia.
Questo habitat si rinviene infatti, sui terreni sassosi, acclivi,
soleggiati e aridi ed é costituito da arbusti radi, aromatici,
spinosi, e cespugli di sclerofille sempreverdi. Tale formazione
è rappresentata da arbusti alti circa due metri come Pistacia
terebinthus L., Pistacia lentiscus L., Calicotome
villosa (Poiret) Link e Anagyris foetida L.
Associate a queste si trovano
spesso Asparagus acutifolius L., Capparis spinosa
L., Clematis vitalba L., Prasium majus L., Fumana
thymifolia (L.) Spach., Rosa sempervirens L., Rubus
ulmifolius Schott., Smilax aspera L., Thymus capitatus
(L.) Hofmannsegg et Link. Nella componente arborea si riscontrano
pochi esemplari di Quercus ilex L. Per l’altezza riscontrata
e per l’esclusiva presenza di Quercus ilex L., quale
essenza arborea, possiamo definire questo ambiente come una macchia
alta a leccio.
Nella macchia predominano
le Fanerofite e Nanofanerofite rispettivamente con il 42,4% e 18,2%
(fig. 3.2.16). Il corotipo dominante è quello mediterraneo,
in particolare Stenomediterraneo con il 45,5% (fig. 3.2.17). Nella
macchia alta, la percentuale delle cosmopolite risulta estremamente
ridotta, a testimonianza del basso grado di degradazione di questo
ambiente.
E’ utile ricordare
che Lama Belvedere non presenta ambienti umidi, tuttavia, nei mesi
piovosi in alcuni tratti dell’alveo del torrente Ferraricchio
si formano temporaneamente pozze d’acqua stagnante. In estate,
pur essendo completamente in secca, il letto del torrente trattiene
un certo grado di umidità nel suolo e, grazie a ciò
sono in grado di svilupparsi specie della vegetazione palustre come
Phragmites australis (Cav.) Trin. (cannuccia di palude) e
Cyperus alternifolius L., evidentemente introdotta.
Figura 3.2.16 Distribuzione percentuale delle forme biologiche nell’ambiente
a macchia bassa
(P = Fanerofite; NP = Nanofanerofite; Ch = Camefite; G = Geofite;
H = Emicriptofite; T = Terofite).
Figura 3.2.17 Spettro corologico relativo all’ambiente di
macchia.
Possiamo infine affermare
che gli ambienti di gran lunga più rappresentati nella Lama
Belvedere sono gli incolti con il 46,9% delle specie presenti, seguono
i campi aridi con il 32,5% e la macchia nella quale si riscontra
il 20,6% dei taxa esaminati (fig. 3.2.18).
Figura 3.2.18 Distribuzione percentuale dei taxa censiti nei diversi
ambienti.
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