LA FLORA VASCOLARE DI LAMA BELVEDERE (MONOPOLI - BA)
Laureando: Francesco Angiulli
indice << indietro avanti >>

3. RISULTATI
3.2 Analisi floristica


Le 160 entità subgeneriche censite sono raggruppate in 142 generi e 56 famiglie, quelle più ricche di specie sono le Liliaceae, contrariamente a quanto avviene a livello regionale dove sono poco rappresentate. Seguono le Compositae e le Leguminosae (fig. 3.2.1).


Figura 3.2.1 Ripartizione numerica dei taxa nelle diverse famiglie

Assegnando a ciascuna delle specie che compongono la flora di Lama Belvedere le forme biologiche di Raunkiaer, è stato possibile calcolare le percentuali con cui esse sono rappresentate. Il complesso di queste percentuali è detto spettro biologico.


Figura 3.2.2. Spettro biologico
(T = Terofite; G = Geofite; H = Emicriptofite; P = Fanerofite; NP = Nanofanerofite; Ch = Camefite).


Dall’analisi dello spettro biologico (fig. 3.2.2) e dello spettro delle forme di crescita (fig. 3.2.3) emerge che predominano le terofite (37%) ed in particolare le terofite scapose si presentano con il 35,6% del totale delle specie. Seguono le geofite con il 20% dove prevalgono le geofite bulbose e le emicriptofite con il 18% dei taxa esaminati. Le fanerofite sono rappresentate dal 16% dei taxa esaminati mentre le nanofanerofite dal 5%. Infine le camefite, distribuite nelle forme di crescita fruticosa (1,9%), suffruticosa (1,3%), succulenta (0,6%) e reptante (0,6%).
La dominanza delle terofite è conforme allo spettro biologico della flora pugliese che a sua volta è quello tipico delle zone mediterranee. Viceversa risulta elevato il valore delle Fanerofite e delle Nanofanerofite se confrontati con quelli della flora pugliese nella quale sono presenti rispettivamente con il 5,6 ed il 2,9%. Questo dato è dovuto all’elevato numero di specie arboree ornamentali e da frutto introdotte dall’uomo nel corso dei secoli come Olea europea L., Prunus dulcis (Miller) D. A. Webb, Malus domestica Borkh, Prunus domestica L., Opuntia ficus indica L. Pittosporum tobira (Thunb.) Aiton fil., ecc.


Figura 3.2.3 Spettro delle forme di crescita

T scap = Terofite scapose; T rept = Terofite reptanti; T par = Terofite parassite; P scap = Fanerofite scapose; P caesp = Fanerofite cespugliose; P lian = Fanerofite lianose; P succ = Fanerofite succulenti; NP = Nanofanerofite; H scap = Emicriptofite scapose; H bienn = Emicriptofite bienni; H ros = Emicriptofite rosulate; H casp = cespitose; G bulb = Neofite bulbose; G rhiz = Geofite rizomatose; Ch suffr = Camefite suffruticose; Ch frut = Camefite fruticose Ch succ = Camefite succulente; Ch rept = Camefite reptanti.

Sono del tutto assenti sia le idrofite che le elofite per la totale mancanza di ambienti acquatici.

Dall’esame dello spettro corologico (figura 3.2.4) si evince che i corotipi più rappresentati sono quelli mediterranei; predominante è quello stenomediterraneo (25,7%) seguito dall’eurimediterraneo (18,2%) e dal mediterraneo s.l. (18%) questo, ad ulteriore testimonianza che ci troviamo di fronte ad una flora tipicamente mediterranea.


Figura 3.2.4 Spettro corologico


E’ inoltre da evidenziare una bassa presenza dei taxa eurasiatici (4,3%) rispetto ai valori che essi assumono nella flora italiana e pugliese, ma il dato più rilevante è senz’altro la marcata presenza di cosmopolite e sub-cosmopolite (13,2%) che testimoniano il forte disturbo di sicura origine antropica presente nella lama, infatti, il valore delle specie ad ampia diffusione a livello regionale è solo dell’8,5%.

Le endemiche e subendemiche sono rappresentate dall’1,9% delle specie totali contro il 4,48% degli endemismi pugliesi.

Le specie endemiche presenti in Lama Belvedere sono: Serapias orientalis Nelson subsp. apulica Nelson (foto 1), Ornithogalum adalgisae H. Groves, Crocus longiflorus Rafin.

Serapias orientalis Nelson subsp. apulica Nelson
Famiglia: Orchidaceae
Status in Italia: VU (Vulnerabile)
Status in Puglia: VU (Vulnerabile)
Endemicità: endemica della Puglia (fig. 3.2.5) è presente lungo la costa adriatica dal Gargano e ad Ostuni (Pignatti, op. cit.).
Habitat: prati aridi lungo la costa e fino a 200 m di quota.

Figura 3.2.5
In verde le regioni d’Italia dove Serapias orientalis Nelson subsp. apulica Nelson è presente (Scoppola et al., 2005)



Ornithogalum adalgisae
H. Groves

Famiglia: Liliaceae
Endemicità: endemica di Puglia e Basilicata (fig. 3.2.6). E’ stata rinvenuta presso Bari e Otranto (Pignatti, op. cit.). E’ stata anche segnalata in Istria a Pola. Un recente lavoro di Peruzzi e Passalacqua (2003), considera O. adalgisae come un sinonimo di O. refractum Kit.(Garbari et al., 2003).
Habitat: pascoli aridi (0 - 300 m).

Figura 3.2.6
In verde le regioni d’Italia dove Ornithogalum adalgisae H. Groves è presente (Scoppola et al. op.cit.)



Crocus longiflorus
Rafin.
Famiglia: Iridaceae
Endemicità: Italia Meridionale (fig. 3.2.7). E’ presente nel Salernitano, Murge, Basilicata, Pollino e Sila (Pignatti, op. cit.).
Habitat: Pascoli aridi e pietrosi, cedui (0 - 1500 m).

Figura 3.2.7
In verde le regioni d’Italia dove Crocus longiflorus Rafin. è presente (Scoppola et al. op.cit.)


Durante il censimento floristico di Lama Belvedere ho riscontrato la presenza di cinque specie di particolare importanza, inserite nelle Liste Rosse nazionali e regionali (Conti et. al.,1997). Queste sono:
Serapias orientalis Nelson subsp. apulica Nelson (già descritta), Ornithogalum adalgisae Graves (già descritta) Asphodelus tenuifolius Cav. (foto 3) e Asyneuma limonifolium (L.) Janchen (foto 2).


Asphodelus tenuifolius
Cav.
Famiglia: Liliaceae
Status in Italia: CR (Gravemente minacciato)
Status in Puglia: VU (Vulnerabile)
Habitat: pascoli aridi, incolti (0 - 500 m).
Endemicità: specie segnalata nel Gargano presso Vieste, in Basilicata e nella Sicilia meridionale (Pignatti, op. cit.) (fig. 3.2.8). Fino ad oggi, non era stata mai segnalata nel territorio di Monopoli (BA).

Figura 3.2.8
In verde le regioni d’Italia dove A. tenuifolius Cav. è presente (Scoppola et al., op. cit.)



Asyneuma limonifolium (L.) Janchen
Famiglia: Campanulaceae
Status in Italia: LR (A minor rischio)
Habitat: Rupi calcaree, pascoli aridi (0 - 400 m)
Note: specie anfiadriatica. Per tali specie il litorale pugliese rappresenta il limite più occidentale del loro areale. In Puglia è stata segnalata a Fasano (BR), e lungo la Penisola Salentina. In Basilicata si trova presso Matera (Pignatti, op. cit.) (fig. 3.2.9). Per la prima volta questa specie è segnalata a Monopoli (BA).

Figura 3.2.9
In verde le regioni d’Italia dove Asyneuma limonifolium (L.) Janchen è presente (Scoppola et al., op. cit.)

 

Allium atroviolaceum Boiss.
Famiglia: Liliaceae
Status in Puglia: VU (Vulnerabile)
Habitat: incolti aridi (0 - 300 m)
In Puglia questa specie si rinviene nelle aree a Sud di Bari in particolare presso Casamassima (Pignatti, op. cit.). (fig. 3.2.10).

Figura 3.2.10
In verde le regioni d’Italia dove Allium atroviolaceum Boiss. è presente (Scoppola et al., op.cit.)


Va inoltre ricordata Ononis bifora Desf. che viene per la prima volta segnalata nel territorio di Monopoli.

Ononis bifora Desf.
Famiglia: Leguminose
Habitat: incolti aridi (0 - 400 m)
Note: Si tratta di una specie abbastanza rara fino ad oggi segnalata in Puglia solo nel territorio di Barletta e Bitonto (BA) e presso Terracina (Roma) (Pignatti, op. cit.) (fig. 3.2.11).

Figura 3.2.11
In verde le regioni d’Italia dove Ononis bifora Desf. è presente (Scoppola et al.,op. cit.)

Da un’attenta analisi della flora di lama Belvedere risulta la massiccia presenza di specie esotiche.
Nella maggioranza dei casi un territorio è occupato da specie autoctone e solo poche sono le specie provenienti da altre regioni introdotte volontariamente o inavvertitamente dall’uomo (Banfi et al. op. cit.). Queste piante, dette alloctone o esotiche, assumono un’importanza floristica quando riescono ad adattarsi e ad espandersi autonomamente nel territorio “straniero”, stabilizzandosi fra le specie autoctone.

Durante il censimento delle specie presenti in Lama Belvedere ho riscontrato la presenza di alcune specie esotiche introdotte in passato dall’uomo come piante ornamentali o per il fatto possedere frutti eduli come nel caso dell’Opuntia ficus indica L. (Miller). In particolare questa è una specie Neotropicale, introdotta in Europa già da Cristoforo Colombo come pianta ornamentale e per il suo frutto. Oggi questa specie risulta perfettamente naturalizzata in Italia meridionale e nelle isole dove ormai costituisce un elemento tipico del paesaggio. Altre specie esotiche ben adattate al clima mediterraneo presenti in Lama Belvedere sono l’Agave americana L., nella variante marginata Trel. tipica dell’America centrale, l’acetosella degli uliveti (Oxalis pes-caprae L.) specie Sudafricana e la Mirabilis jalapa L. specie Sudamericana (Perù). Quest’ultima più conosciuta come “Bella di notte” è stata introdotta come pianta ornamentale ed oggi è divenuta sub-spontanea presso i giardini (Pignatti op. cit. 1982). Ho riscontrato inoltre, la presenza di piccole popolazioni di specie esotiche di origine giapponese: Pittosporum tobira (Thunb.) Aiton fil. e Ligustrum japonicum Thumb., frequentemente utilizzate per la realizzazione di siepi e giardini pubblici.

E’ quasi certo che queste specie si siano trovate a far parte della flora di Lama Belvedere a causa dell’immediata vicinanza delle abitazioni, con annesse siepi e giardini; questi ultimi, infatti, si spingono fin sui bordi della lama stessa.

Ho ritenuto inoltre opportuno descrivere i diversi ambienti incontrati formulando per ognuno di essi lo spettro delle forme biologiche e dei tipi corologici.

L’ambiente più esteso è rappresentato dagli incolti dove dominano le terofite e le emicriptofite (fig. 3.2.12) come è tipico di questo ambiente. Il 14% di Fanerofite è dovuto alla presenza di specie arboree da frutto introdotte. I corotipi più frequenti sono quelli mediterranei e cosmopoliti (fig. 3.2.13). Questo ambiente è il regno delle specie ruderali quali: Hordeum murinum Hudson, Avena fatua L., Daucus carota L., Diplotaxis erucoides (L.) DC, Echium vulgare L, Lavatera cretica L., Capsella bursa-pastoris (L.) Medicus, Eruca sativa Miller, Reseda alba L., Papaver rhoeas L. ecc.

Figura 3.2.12 Distribuzione percentuale delle forme biologiche nell’incolto
Figura 3.2.12 Distribuzione percentuale delle forme biologiche nell’incolto
(T = Terofite; H = Emicriptofite; G = Geofite; P = Fanerofite; Ch = Camefite; NP = Nanofanerofite)

Figura 3.2.13 Spettro corologico relativo all’ incolto
Figura 3.2.13 Spettro corologico relativo all’ incolto


Oltre agli incolti, il prato arido costituisce uno degli ambienti più frequenti in Lama Belvedere. La composizione floristica di un prato varia notevolmente a seconda del tipo di substrato, dell’esposizione, dell’umidità, oltre che dagli interventi operati dall’uomo con i tagli, il pascolo, le concimazioni, gli incendi, ecc. (Della Beffa, 1999).

In particolare per Lama Belvedere, le costanti falciature previste dal Comune di Monopoli per evitare incendi soprattutto nei mesi estivi, hanno via via selezionato quelle specie più resistenti al taglio, a scapito di altre che sono state probabilmente eliminate o numericamente ridotte.

Seppure molto variabile, la flora dei prati è quasi sempre caratterizzata da una massiccia presenza di Graminaceae fra cui: Lagurus ovatus L., Briza maxima L., Digitaria sanguinalis (L.) Scop., ecc.

In questo ambiente, molto rappresentate sono anche le Leguminosae, tra le quali spiccano Ononis biflora Desf., Trifolium stellatum L. e Trifolium hybridum L. e le Compositae, rappresentate maggiormente da specie infestanti come quelle del genere Chrysanthemun, infine le Umbelliferae e le Scrophulariaceae.

Tra le specie che presentano fioriture più appariscenti spiccano numerose Liliaceae come: Allium neapolitanum Cyr., Leopoldia comosa (L.) Parl., Muscari neglectum Guss., Asphodelus tenuifolius L., Asphodelus microcarpus Salzm. et Viv., Urginea maritima (L.) Baker ed alcune specie del genere Ornithogalum come Ornithogalum adalgisae Graves.

Tra le Ranuncolaceae si riscontrano: Anemone hortensis L., Adonis annua L. subsp. annua.

Da segnalare, in questo ambiente, è la presenza di due specie appartenenti alla famiglia delle Orchideaceae: Serapias orientalis Nelson subsp. apulica Nelson e Anacamptis pyramidalis (L.) L. C. Rich.

Due sono le specie parassite individuate appartenenti entrambe alla famiglia delle Orobancaceae: Orobanche crenata Forsskal e Orobanche ramosa L. subsp. nana (Reuter) Coutinho.

Anche nei prati aridi predominano le terofite (44,2%) e le geofite (32,7%) (fig. 3.2.14). Il corotipo dominante è quello mediterraneo, seguono poi il cosmopolita e ubcosmopolita. Anche questo ambiente, per l’elevato numero di specie ad ampia diffusione, si presenta fortemente degradato. E’ da sottolineare che qui si concentrano tutte le specie endemiche (fig. 3.2.15).

Figura 3.2.14 Distribuzione percentuale delle forme biologiche nel prato arido.
Figura 3.2.14 Distribuzione percentuale delle forme biologiche nel prato arido.
(T = Terofite; G = Geofite; H = Emicriptofite; Ch = Camefite; NP = Nanofanerofite; P = Fanerofite)


Figura 3.2.15 Spettro corologico relativo al prato arido
Figura 3.2.15 Spettro corologico relativo al prato arido


All’interno di Lama Belvedere, in quelle aree più impervie si ritrovano micro ambienti di macchia. Questo habitat si rinviene infatti, sui terreni sassosi, acclivi, soleggiati e aridi ed é costituito da arbusti radi, aromatici, spinosi, e cespugli di sclerofille sempreverdi. Tale formazione è rappresentata da arbusti alti circa due metri come Pistacia terebinthus L., Pistacia lentiscus L., Calicotome villosa (Poiret) Link e Anagyris foetida L.

Associate a queste si trovano spesso Asparagus acutifolius L., Capparis spinosa L., Clematis vitalba L., Prasium majus L., Fumana thymifolia (L.) Spach., Rosa sempervirens L., Rubus ulmifolius Schott., Smilax aspera L., Thymus capitatus (L.) Hofmannsegg et Link. Nella componente arborea si riscontrano pochi esemplari di Quercus ilex L. Per l’altezza riscontrata e per l’esclusiva presenza di Quercus ilex L., quale essenza arborea, possiamo definire questo ambiente come una macchia alta a leccio.

Nella macchia predominano le Fanerofite e Nanofanerofite rispettivamente con il 42,4% e 18,2% (fig. 3.2.16). Il corotipo dominante è quello mediterraneo, in particolare Stenomediterraneo con il 45,5% (fig. 3.2.17). Nella macchia alta, la percentuale delle cosmopolite risulta estremamente ridotta, a testimonianza del basso grado di degradazione di questo ambiente.

E’ utile ricordare che Lama Belvedere non presenta ambienti umidi, tuttavia, nei mesi piovosi in alcuni tratti dell’alveo del torrente Ferraricchio si formano temporaneamente pozze d’acqua stagnante. In estate, pur essendo completamente in secca, il letto del torrente trattiene un certo grado di umidità nel suolo e, grazie a ciò sono in grado di svilupparsi specie della vegetazione palustre come Phragmites australis (Cav.) Trin. (cannuccia di palude) e Cyperus alternifolius L., evidentemente introdotta.

Figura 3.2.16 Distribuzione percentuale delle forme biologiche nell’ambiente a macchia bassa
Figura 3.2.16 Distribuzione percentuale delle forme biologiche nell’ambiente a macchia bassa
(P = Fanerofite; NP = Nanofanerofite; Ch = Camefite; G = Geofite; H = Emicriptofite; T = Terofite).


Figura 3.2.17 Spettro corologico relativo all’ambiente di macchia.
Figura 3.2.17 Spettro corologico relativo all’ambiente di macchia.

Possiamo infine affermare che gli ambienti di gran lunga più rappresentati nella Lama Belvedere sono gli incolti con il 46,9% delle specie presenti, seguono i campi aridi con il 32,5% e la macchia nella quale si riscontra il 20,6% dei taxa esaminati (fig. 3.2.18).

Figura 3.2.18 Distribuzione percentuale dei taxa censiti nei diversi ambienti.
Figura 3.2.18 Distribuzione percentuale dei taxa censiti nei diversi ambienti.

 

^ top