LA FLORA VASCOLARE DI LAMA BELVEDERE (MONOPOLI - BA)
Laureando: Francesco Angiulli
indice << indietro avanti >>

INTRODUZIONE
1.3 Lineamenti pedologici e geologici di Lama Belvedere


La parte centrale della regione Puglia, identificabile con la struttura geologica delle Murge, è particolarmente segnata da un fitto sistema di incisioni torrentizie che, partendo dai rilievi collinari, tagliano trasversalmente la Regione dirigendosi perpendicolarmente alla linea di costa dei mari Adriatico e Ionio: le lame e le gravine. Esse rappresentano un elemento ambientale dominante, caratteristico del territorio pugliese; si tratta delle più tipiche forme carsiche superficiali presenti nel territorio murgiano (Mininni, 1996).

Lama Belvedere sarebbe stata incisa presumibilmente durante l’ultima epoca glaciale, iniziata circa 100.000 anni fa e terminata 10.000 anni fa, quando le precipitazioni erano più abbondanti. Il profilo trasversale della Lama Belvedere è caratterizzato da un alveo a fondo piatto e fianchi sub-verticali. Essa rappresenta un corridoio di connessione tra il cuore della città di Monopoli e le zone urbane periferiche raggiungendo la costa in corrispondenza di insenature. L’andamento blandamente meandriforme del tratto terminale e la direzione pressapoco perpendicolare alla linea di costa, laddove il percorso non è stato artificialmente modificato, indicano una genesi non necessariamente tettonica della lama; essa probabilmente ha avuto origine dall’azione chimico-fisica delle acque meteoriche (Melchiorre, 2001). La profondità modesta dei solchi erosivi e le caratteristiche litologiche delle rocce hanno favorito la sua antropizzazione di cui sono testimonianza le numerose grotte e le cavità scavate nella calcarenite. In epoca storica, l’alveo della lama Belvedere è stato dotato in numerosi tratti di sponde artificiali che raccolgono le occasionali acque piovane, lasciando due terrazzi laterali disponibili alla coltivazione.

La sua area complessiva si aggira intorno ai dodici ettari ed è posizionata a 40° 57' di latitudine Nord e 17° 18' di Longitudine Est da Greenwich. La quota massima raggiunta è di circa 50 metri s.l.m.

Lama Belvedere rientra nel Foglio 190 “Monopoli” della Carta Geologica d’Italia, nell’ambito della Tavoletta I.G.M. 190 I N.O. “Monopoli” (fig. 1.3.1).


Figura 1.3.1 Stralcio della Tavoletta I.G.M. 190 I N.O. “Monopoli”, la linea blu rappresenta il
percorso della lama e la linea rossa il tratto ormai totalmente occultato dall’abitato di Monopoli.

Le formazioni dominanti la regione in esame sono quelle del gruppo dei Calcari delle Murge (Cretaceo superiore), fra le quali prevalgono per estensione di affioramento il Calcare di Bari (Turoniano - Cenomaniano) ed il Calcare di Altamura (Senoniano) (Merla et al. 1971).

I depositi alluvionali sono poco frequenti mentre diffusi sono i terreni eluviali e colluviali costituiti essenzialmente dalle terre rosse, che rappresentano i prodotti residuali dei fenomeni di dissoluzione dei calcari. Trasgressive sulle rocce del Cretaceo sono le Calcareniti di Gravina (Calabriano - Pliocene superiore) diffuse lungo la costa e dunque anche nel sito in esame. La superficie di contatto tra la Calcarenite di Gravina e Calcare di Bari si presenta generalmente sub-orizzontale, con debole immersione verso la linea di costa e localmente con andamento irregolare, essa si osserva chiaramente all’interno della lama Belvedere per una lunghezza di alcune centinaia di metri.

Il rilevamento geologico di dettaglio, eseguito da Melchiorre (op. cit.) in una vasta area nell’intorno del sito interessato, ha evidenziato come la formazione geologica diffusamente affiorante sia quella della Calcarenite di Gravina con le tipiche caratteristiche descritte di seguito.

L’area della Lama Belvedere si sviluppa su un substrato roccioso costituito da due unità formazionali che dal basso sono:

- Calcare di Bari
- Calcarenite di Gravina

La prima è costituita da una successione di strati carbonatici di piattaformainterna con sedimentazione tipica di mare sottile (ambienti tidale e lagunare); litologicamente si tratta di micriti e dolomicriti di colore grigiastro con scarsi fossili, per lo più foraminiferi e alghe. Lo spessore degli strati varia dal decimetro al metro con giacitura generalmente suborizzontale, occasionalmente inclinati di 10-15°. All’interno degli strati sono presenti occasionali stiloliti. L’età del calcare è riferibile al Cretaceo superiore (da 100 a 65 milioni di anni fa).

La calcarenite di Gravina è costituita da una biocalcarenite giallastra assai fossilifera in strati spessi e banchi di aspetto massiccio. I granuli sono per lo più costituiti da frammenti di gusci di molluschi, oltre che granuli arenacei provenienti dallo smantellamento del substrato calcareo. All’interno sono presenti lamellibranchi, echinidi, brachiopodi, gasteropodi. Sono abbondanti le bioturbazioni a struttura prevalentemente verticale (Merla et al. op. cit.). Lo spessore affiorante della Calcarenite dell’area di studio non supera in genere i 5 metri e l’età attribuita alla parte basale è quella infrapleistocenica (1.5 milioni di anni).

Il passaggio dal Calcare alla Calcarenite è evidentemente trasgressivo. La superficie di contatto è di abrasione, con perforazioni di litodomi, alghe perforanti e spugne. La trasgressione indica un periodo di assenza di sedimentazione, emersione ed erosione, con successiva sommersione della zona. I dati attuali non consentono di indicare quando sia avvenuta l’emersione: è presumibile che gli ultimi strati sedimentari depositati siano stati erosi e asportati con la perdita di qualsiasi informazione a riguardo (Melchiorre op. cit.).

^ top