LA FLORA VASCOLARE DI LAMA BELVEDERE (MONOPOLI - BA)
Laureando: Francesco Angiulli
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2 MATERIALE E METODO


La raccolta e la determinazione tassonomica delle entità della flora vascolare di Lama Belvedere, sono state svolte nel periodo di tempo compreso tra Luglio 2004 e Giugno 2005.

Per la determinazione delle specie sono state utilizzate Flora d’Italia di S. Pignatti (op. cit.) e Flora Italica di P. Zangheri (1976).

Nell’elenco floristico la nomenclatura, così come l’ordinamento delle famiglie, segue Flora d’Italia di Pignatti (op. cit.) mentre l’ordinamento delle specie all’interno delle famiglie è di tipo alfabetico. Per ogni taxa è indicata la forma biologica e quella di crescita secondo Raunkiaer (1934), il tipo corologico, l’habitat, la data e la zona di raccolta.

Per comodità descrittiva e per una più facile individuazione spaziale delle specie, Lama Belvedere è stata empiricamente suddivisa in 3 zone (figura 2.1):
Zona A) comprende l’area tra il Polivalente scolastico e via Verdi;
Zona B) area inclusa tra Via Verdi e Viale Aldo Moro;
Zona C) area compresa tra viale Aldo Moro e l’Ospedale S. Giacomo.

Per le specie rinvenute sono stati prodotti campioni d’erbario depositati presso il Museo Orto Botanico dell’Università di Bari.

Le indicazioni riportate per ciascun taxon nell’elenco floristico sono state in seguito utilizzate per l’elaborazione dello spettro biologico, delle forme di crescita e per quello corologico.

La forma biologica esprime l’adattamento di una specie alle condizioni ambientali o meglio, la strategia adottata dalle diverse specie vegetali per superare la stagione avversa. In questo modo Raunkiaer individuò sette classi fondamentali di forme biologiche considerando la posizione assunta dalle gemme, cioè gli organi destinati alla produzione di nuovi tessuti, durante la stagione avversa.

Figura 2.1 Ripartizione “empirica” dell’area Lama Belvedere
Figura 2.1 Ripartizione “empirica” dell’area Lama Belvedere:
zona A (evidenziata in verde); zona B (evidenziata in giallo); zona C (evidenziata in rosso).

Le classi delle forme biologiche secondo Raunkiaer sono le seguenti:

Terofite (T):
piante annuali che superano la stagione sfavorevole sotto forma di seme, distinte secondo la forma di crescita in cespitose, reptanti, scapose, rosulate e parassite.
Elofite (He):
piante perenni erbacee con gemme protette nel fango.
Geofite (G):
piante perenni che attraversano il periodo avverso mediante organi ipogei (bulbi o rizomi) che custodiscono le gemme. Sono distinte secondo la forma di crescita in: radicigemmate, bulbose, rizomatose e parassite.
Idrofite (I):
piante perenni acquatiche con gemme sommerse durante la stagione avversa e distinte secondo la forma di crescita in radicanti e natanti.
Emicriptofite (H):
piante perenni erbacee con gemme situate a livello del suolo e quindi protette dagli apparati aerei morti o ancora assimilanti. Anch’esse distinte secondo la forma di crescita in cespitose, reptanti, scapose, rosulate, bienni e scandenti.
Camefite (Ch):
piante perenni con gemme situate sul fusto, ad un’altezza non superiore a 30 cm dal suolo e distinte secondo la forma di crescita in suffruticose, scapose, succulente, reptanti, pulvinare, tallofitiche, fruticose.
Fanerofite (P):
piante perenni legnose con gemme situate sugli apparati aerei a più di 30 cm dal suolo e distinte secondo la forma di crescita in cespugliose, arboree, lianose, succulente, epifite e striscianti.
Nanofanerofite (NP):
cespugli bassi, che rappresentano una forma di transizione tra le camefite e le fanerofite (es. Capparis spinosa L. e Rosa sempervirens L.).

Le diverse specie vegetali presentano una propria distribuzione geografica più o meno estesa. Quando si considera l’area in cui una specie si sviluppa e si riproduce spontaneamente, si parla di areale. Esso rappresenta il risultato di fattori ecologici e di fattori storici come il luogo di origine della specie, la possibilità di diffondersi e l’esistenza di barriere ecologiche.

Se si confrontano areali di specie diverse si nota come in molti casi questi si sovrappongono andando a costituire tipi di areali detti corotipi o tipi corologici.

Le specie spontanee della flora di Lama Belvedere, si distribuiscono in circa venti corotipi, fra i più importanti sono da citare i seguenti:

- endemiche: specie presenti solo nell’ambito di un territorio circoscritto;
- mediterranee: specie con areale concentrato nel Mediterraneo. Si distinguono all’interno di questo corotipo le stenomediterranee, limitate alle zone costiere e le eurimediterranee che invece penetrano fino all’Europa centrale;
- europee: specie con areale in Europa;
- paleotemperate: specie della fascia tropicale dell’Africa e dell’Asia;
- eurasiatiche: specie del continente eurasiatico site entro le aree a clima temperato;
- subcosmopolite e cosmopolite: specie presenti in tutte le zone del mondo o almeno nella maggior parte di esse.

Per quanto riguarda il calcolo del bilancio idrologico dell’area è stato utilizzato il metodo Thorntwaite e Mather (1957). E’ stato inoltre possibile calcolare l’indice di aridità di De Martonne, che consente di delineare i limiti di separazione tra i diversi ambienti atti ad ospitare formazioni vegetali differenti.

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