Le
lame, attraversando trasversalmente il territorio murgiano fino
allo sbocco al mare, rappresentano dei collegamenti naturali tra
gli ecosistemi costieri e quelli dell’entroterra. Queste strutture
geologiche, rappresenterebbero quindi dei veri e propri “corridoi
ecologici” in grado di svolgere importanti funzioni ecologiche
quali la ridistribuzione dell’acqua e dei nutrienti, il movimento
delle popolazioni animali, la diffusione di specie vegetali ed il
conseguente interscambio genetico utile a mantenere la variabilità
(Marchiori et al., 2002).
Le lame svolgono inoltre
un ruolo fondamentale nel sistema idrogeologico del territorio per
la presenza di lembi di vegetazione più o meno naturale che
consentono un più controllato drenaggio delle acque meteoriche.
E’ utile ricordare
come la rilevanza del sistema idrogeologico delle lame e delle gravine
in Puglia abbia indotto l’ente Regione a istituire –
ai sensi della legge n. 183/1989 – un bacino regionale per
la gestione delle rispettive risorse idriche (Di Santo et al., 2000).
A partire dagli anni settanta
si è cominciato ad affermare un concetto di sviluppo urbanistico
inteso essenzialmente in termini qualitativi, rafforzato alla fine
degli anni ottanta dagli obiettivi di pianificazione territoriale
sostenibile (Scandurra, 1995).
Tra i principi guida assumono
importanza rilevante quelli della salvaguardia, valorizzazione e
ampliamento degli spazi verdi pubblici e privati nelle aree urbane,
restaurando anche habitat naturali secondo approcci che rispondono
alle esigenze ecologiche.
In quest’ottica è
stato inquadrato il progetto di conservazione e tutela della Lama
Belvedere che rappresenta elemento naturale caratterizzante il territorio
urbano di Monopoli e nel contempo inserito nel complesso sistema
di lame proprio del paesaggio pugliese (Selicato, 2001).
Ai fini della sua tutela
e valorizzazione, Lama Belvedere, insieme ad altre aree, è
stata individuata come area avente interesse naturalistico, ambientale
e paesaggistico dalla Regione Puglia (Legge Regionale n. 19 del
24.7.1997 BURP n. 84 del 30 luglio 1997, integrata dalla L.R. 24
luglio 2001, n. 16, B.U.R.P. n. 111 del 25 luglio 2001), di seguito
riportata.
TITOLO II
INDIVIDUAZIONE E ISTITUZIONE DELLE AREE NATURALI PROTETTE
Art. 5 (Individuazione delle aree naturali protette)
Ai fini della loro tutela
e valorizzazione, sono individuate le seguenti aree aventi preminente
interesse naturalistico, nonché ambientale e paesaggistico:
A - Provincia di Bari:
A1 - Alta Murgia
A2 - Barsento
A3 - Foce Ofanto
A4 - Laghi di Conversano
A5 - La Gravina di Gravina di Puglia
A6 - Lama S. Giorgio - Triggiano
A7 - Fascia Costiera - Territorio di Polignano a valle della SS
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A8 - Lama Belvedere - Territorio di Monopoli
Di fronte al piano urbanistico
comunale degli anni settanta, che prevedeva la realizzazione di
una strada lungo l’alveo del solco erosivo principale là
dove la lama maggiormente si incunea nel tessuto urbano, la comunità
si è organizzata dando vita ad un Comitato cittadino, politicamente
trasversale e sostenuto direttamente da circa 5000 cittadini (Papio,
2000). La comunità, o una parte di essa, ha espresso, in
maniera rilevante e positiva, la volontà di essere attivamente
impegnata nelle scelte di pianificazione urbana del proprio territorio
sostenendo fortemente l’idea progettuale di un Parco Urbano.
Tale partecipazione consente di sviluppare senso di appartenenza
ai luoghi creando le condizioni favorevoli per la realizzazione
del progetto (Magnaghi et al., 1992). L’Amministrazione nel
2001 ha approvato l’istituzione del “Parco Urbano Lama
Belvedere” in variante al PRG.
In un’ottica di pianificazione,
formulata in base ai principi dello sviluppo sostenibile, la proposta
di variante al Piano Regolatore pone come obiettivo fondamentale
la conservazione e la tutela di questo patrimonio in quanto sistema
naturale locale. Tale sistema è in grado di migliorare la
qualità della vita in città, apportare positivi effetti
microclimatici e permettere la sopravvivenza, la diffusione e lo
sviluppo degli elementi floristici e faunistici. Esiste inoltre
una meno conosciuta funzione energetica per le isole ecologiche
in ambito urbano, che di fatto attenuano l’impatto della produzione
di materiale di scarto inquinante (basti pensare a quello prodotto
dai tubi di scarico delle auto) e nello stesso tempo attirano la
flora e la fauna verso una ricolonizzazione dell’ambiente
urbano.
(Lorenzo e Majorano, 1998). |