LA FLORA VASCOLARE DI LAMA BELVEDERE (MONOPOLI - BA)
Laureando: Francesco Angiulli
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INTRODUZIONE
1.5 Salvaguardia di Lama Belvedere


Le lame, attraversando trasversalmente il territorio murgiano fino allo sbocco al mare, rappresentano dei collegamenti naturali tra gli ecosistemi costieri e quelli dell’entroterra. Queste strutture geologiche, rappresenterebbero quindi dei veri e propri “corridoi ecologici” in grado di svolgere importanti funzioni ecologiche quali la ridistribuzione dell’acqua e dei nutrienti, il movimento delle popolazioni animali, la diffusione di specie vegetali ed il conseguente interscambio genetico utile a mantenere la variabilità (Marchiori et al., 2002).

Le lame svolgono inoltre un ruolo fondamentale nel sistema idrogeologico del territorio per la presenza di lembi di vegetazione più o meno naturale che consentono un più controllato drenaggio delle acque meteoriche.

E’ utile ricordare come la rilevanza del sistema idrogeologico delle lame e delle gravine in Puglia abbia indotto l’ente Regione a istituire – ai sensi della legge n. 183/1989 – un bacino regionale per la gestione delle rispettive risorse idriche (Di Santo et al., 2000).

A partire dagli anni settanta si è cominciato ad affermare un concetto di sviluppo urbanistico inteso essenzialmente in termini qualitativi, rafforzato alla fine degli anni ottanta dagli obiettivi di pianificazione territoriale sostenibile (Scandurra, 1995).

Tra i principi guida assumono importanza rilevante quelli della salvaguardia, valorizzazione e ampliamento degli spazi verdi pubblici e privati nelle aree urbane, restaurando anche habitat naturali secondo approcci che rispondono alle esigenze ecologiche.

In quest’ottica è stato inquadrato il progetto di conservazione e tutela della Lama Belvedere che rappresenta elemento naturale caratterizzante il territorio urbano di Monopoli e nel contempo inserito nel complesso sistema di lame proprio del paesaggio pugliese (Selicato, 2001).

Ai fini della sua tutela e valorizzazione, Lama Belvedere, insieme ad altre aree, è stata individuata come area avente interesse naturalistico, ambientale e paesaggistico dalla Regione Puglia (Legge Regionale n. 19 del 24.7.1997 BURP n. 84 del 30 luglio 1997, integrata dalla L.R. 24 luglio 2001, n. 16, B.U.R.P. n. 111 del 25 luglio 2001), di seguito riportata.

TITOLO II
INDIVIDUAZIONE E ISTITUZIONE DELLE AREE NATURALI PROTETTE
Art. 5 (Individuazione delle aree naturali protette)

Ai fini della loro tutela e valorizzazione, sono individuate le seguenti aree aventi preminente interesse naturalistico, nonché ambientale e paesaggistico:

A - Provincia di Bari:
A1 - Alta Murgia
A2 - Barsento
A3 - Foce Ofanto
A4 - Laghi di Conversano
A5 - La Gravina di Gravina di Puglia
A6 - Lama S. Giorgio - Triggiano
A7 - Fascia Costiera - Territorio di Polignano a valle della SS 16
A8 - Lama Belvedere - Territorio di Monopoli

Di fronte al piano urbanistico comunale degli anni settanta, che prevedeva la realizzazione di una strada lungo l’alveo del solco erosivo principale là dove la lama maggiormente si incunea nel tessuto urbano, la comunità si è organizzata dando vita ad un Comitato cittadino, politicamente trasversale e sostenuto direttamente da circa 5000 cittadini (Papio, 2000). La comunità, o una parte di essa, ha espresso, in maniera rilevante e positiva, la volontà di essere attivamente impegnata nelle scelte di pianificazione urbana del proprio territorio sostenendo fortemente l’idea progettuale di un Parco Urbano. Tale partecipazione consente di sviluppare senso di appartenenza ai luoghi creando le condizioni favorevoli per la realizzazione del progetto (Magnaghi et al., 1992). L’Amministrazione nel 2001 ha approvato l’istituzione del “Parco Urbano Lama Belvedere” in variante al PRG.

In un’ottica di pianificazione, formulata in base ai principi dello sviluppo sostenibile, la proposta di variante al Piano Regolatore pone come obiettivo fondamentale la conservazione e la tutela di questo patrimonio in quanto sistema naturale locale. Tale sistema è in grado di migliorare la qualità della vita in città, apportare positivi effetti microclimatici e permettere la sopravvivenza, la diffusione e lo sviluppo degli elementi floristici e faunistici. Esiste inoltre una meno conosciuta funzione energetica per le isole ecologiche in ambito urbano, che di fatto attenuano l’impatto della produzione di materiale di scarto inquinante (basti pensare a quello prodotto dai tubi di scarico delle auto) e nello stesso tempo attirano la flora e la fauna verso una ricolonizzazione dell’ambiente urbano.
(Lorenzo e Majorano, 1998).

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