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Le politiche di "Genere"

La finalità dell’analisi di genere è tesa a valorizzare le diversità di genere nelle organizzazioni, nei percorsi lavorativi e nella gestione delle risorse umane; significa cercare soluzioni nuove ed innovative alla problematica di conciliazione fra tempi di vita famigliare e tempi di lavoro.

La conciliazione è un obiettivo e un insieme di pratiche e di policies, finalizzate a rendere possibile una vera cittadinanza di genere e una sostanziale eguaglianza di opportunità per donne e uomini, attraverso l'armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro, attraverso la condivisione delle responsabilità familiari e il riconoscimento del lavoro di cura.

Il Parlamento Europeo in più circostanze ha affrontato la questione delle politiche di genere, giungendo nel 2003 ad adottare la risoluzione sulla costruzione dei bilanci pubblici secondo una prospettiva di genere - gender budgeting (2002/2198 INI).

Il documento evidenzia che "i bilanci pubblici non sono dei meri strumenti economici, costituiscono il quadro di fondo entro il quale si delinea il modello di sviluppo socio-economico, si stabiliscono i criteri di ridistribuzione del reddito e si indicano le priorità politiche".

La relazione indica, nello specifico, le attività da espletare, per redigere un bilancio di genere:
  • determinare come i singoli cittadini beneficiano della spesa pubblica, sottolineando le differenze tra donne e uomini;
  • valutare il diverso impatto prodotto sulle donne e sugli uomini dalle politiche di bilancio;
  • attuare un coinvolgimento e partecipazione di tutti i cittadini, al fine di individuar le diverse esigenze di donne e uomini;
  • prevedere che la valutazione dell’impatto di genere sia esercitata in tutte le fasi di vita del bilancio.
Nonostante le disposizioni comunitarie un’efficace prospettiva di genere deve ancora essere pienamente realizzata.
Il Consiglio dell’Unione Europea "Affari generali e relazioni esterne" e i rappresentanti dei governi degli stati membri nel maggio 2007, infatti, hanno adottato un ulteriore documento specifico sulla parità di genere ed emancipazione femminile nella cooperazione allo sviluppo, affidando ai governi nazionali l’adozione di specifiche strategie di genere.

In linea, quindi, con la risoluzione europea citata, anche il governo italiano si è impegnato ad adottare il primo bilancio di genere con la finanziaria del 2009, mentre già il documento di programmazione economico-finanziaria 2008-2011 (Cap. IV Scelte strategiche) prevede un piano di intervento sull’occupazione delle donne, sul sostegno alla maternità, sul riconoscimento del lavoro di cura.


Alcuni riferimenti bibliografici per approfondire le tematiche di genere dal punto di vista teorico ed empirico:

- Balocchi M. (2003), Genere in "Per leggere la società" (a cura di G. Bettin Lattes), Firenze University Press, Firenze.
- Connell R. W. (2006), Questioni di genere, il Mulino, Bologna.
- Nussbaum M. C. (2001), Diventare persone. Donne e universalità dei diritti, il Mulino, Bologna.
- Piccone Stella e Saraceno Chiara (a cura di) (1996), Genere. La costruzione sociale del femminile e del maschile, il Mulino, Bologna.
- Sen A. (2000), Ruolo attivo delle donne e mutamento sociale, in "Lo sviluppo è libertà: perchè non c’è crescita senza democrazia", Mondadori, Milano, 192-205.


Ufficio Relazioni con il Pubblico Assessorato alle Pari Opportunità
(Francesca Palmitessa)

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