Città di Monopoli
Assessorato alla Cultura
Assessorato al Turismo

 
Provincia di Bari

Dipinti 1984 - 2008

Orario mostra:
10.00 - 12.00 / 18.00 - 22.00
Chiuso lunedì

Largo Castello
70043 Monopoli (BA) - Italy
Tel. +39 080 9303014
biblioteca@comune.monopoli.ba.it

 

Nell’ambito della mostra

giovedì 6 agosto 2009
ore 18.00

si terrà l’incontro:
«Potatura e cura degli olivi secolari»

Coordina i lavori  
Roberto De Petro Agrisette

Intervengono:
Elio Orciuolo, Assessore alla cultura Comune di Monopoli 
Dario Stefàno, Assessore alle Risorse Agroalimentari Regione Puglia
Nico Tedesco, Presidente della Commissione regionale Ulivi monumentali
Rossella Ressa, Delegata FAI (Fonfo Ambientale Italiano),
Tommaso e Gianni Picella, autori del lavoro

 

Questi alberi, monumenti ingombranti di cui, con il concorso della forestale, si sta procedendo al censimento, rischiano di scomparire e degradarsi per cattiva manutenzione. I proprietari, infatti, che vedono recapitarsi un decreto di tutela, vuoi per inadeguatezza di mezzi finanziari, vuoi per incompetenza, vuoi per mancato guadagno, lasciano spesso a se stessi questi monumenti preziosi e fragili, struttura portante di un paesaggio agrario degno di maggiore attenzione.

E’ opportuna, quindi, una immediata e corretta informazione sui sistemi di manutenzione,
quanto più è possibile economici di tale patrimonio unico e insostituibile.

Centro studi internazionale permanente per la salvaguardia
degli ulivi monumentali nell’area del mediterraneo.

 

BIOGRAFIA

Renato Balsamo nasce a Napoli nel 1937 da genitori sorrentini, inizia gli studi artistici nel 1953 presso l’Istituto Statale d’Arte di Sorrento.
Dal 1954 partecipa a mostre nazionali e internazionali, trasferitosi a Torino nel 1957 si iscrive all’Accademia Albertina di Belle Arti, successivamente passa all’Accademia di Belle Arti di Napoli, nel 1961 si diploma e soggiorna per un periodo intenso di ricerca e di studio in Spagna.
Nel 1962 si trasferisce a Cortina d’Ampezzo e inizia l’attività di docente presso l’Istituto Statale d’Arte. Nel 1970 ne assume la direzione che mantiene fino al 1982, anno in cui lascia la scuola. Nello stesso anno inizia un’intensa collaborazione di lavoro con la prestigiosa Galleria d’Arte Forni di Bologna.
Nel 1973, per conto delle Regole d’Ampezzo, realizza il Museo d’Arte Moderna “Mario Rimoldi” del quale è tuttora direttore.
Vive e lavora a Cortina d’Ampezzo e Sorrento.

 

         

ALCUNE OPERE


Mele cotogne e
ulivi di Puglia - Olio


Ulivo in riva al mare
Olio su tela - 1992


Ulivo
Olio su tavola - 1996


Ulivo di Puglia
Olio
 su tela - 2004


Ulivo
Olio su tela - 1979


Vecchio ulivo
Olio su tela - 1979

 


Il grande ulivo
Olio su tela - 1982


Ulivo di Puglia
Olio su tela - 1983


Ulivo di Puglia
Olio su tela - 1984


Ulivo di Puglia - Olio
II versione-1984


Ulivo di Puglia
Olio su tela - 1985


Ulivo di Puglia
Olio su tela - 1987

 


Ulivo di Puglia
Carb. su carta - 1995


Ulivo di Puglia
Tec. mista su tela - 1988


Ulivo di Puglia
Tec.mista su tela - 1990


Ulivo di Puglia
Pastello su carton. - 1990


Ulivi di Puglia
TM su tav. telata - 1993


Ulivo di Puglia
Olio su tavola - 1997

 

HANNO SCRITTO DI LUI

MARCO GOLDIN

Come se un vento forte, tumultuoso, tutto aggrovigliato di nuvole e tenebre, avesse scosso, e quasi dilaniato, la pelle della terra; scorticata e ridotta alla sua nuda essenzialità, al suo candore primo; o estremo. In questo preciso momento, Renato Balsamo sa che la pittura, la sua, ha il potere di fissare ciò che si è fermato; ciò che , per un mistero non svelabile, ha cessato di correre. E così un tempo bloccato, l’immagine di un’arcana sospensione, di una tensione millimetrale della nostra storia, stanno tutte raccolte nella figura simbolo, in quel sacro monumento di natura che è l’ulivo grattato e scavato dalla forza delle piogge, delle luci livide, dal gonfiore di un tramonto mediterraneo; dall’arie secca che tutto a scarnificarsi riconduce.
Balsamo ama la natura per quella parte di mistero che riesce a estrarvi, e inutile appare la domanda sul realismo nella sua pittura. Già vi ha fatto riferimento Tassi, e vale la pena di confermarlo: non per l’immagine finemente descritta, per l’esatta configurazione degli alberi come volti, cavità oculari da cui lampeggiano scure pupille di terrore; non per il pietrificato ondeggiare della chioma silente degli ulivi, vale questo racconto; o non solo. Sale invece dall’interno dei tronchi franti, vecchi come mummie o elefanti marini, raggrinziti e ossificati, non un grido ma un mormorio lieve, debole, faticoso a essere udito: il sibilo che fa il tempo quando lo si voglia interrogare, evocare nel suo spirito. Nulla vi è del labile realismo di rappresentazione, in queste immagini toccanti e poetiche, dove la luce della poesia non cessa di battere un solo istante, e dove il silenzio delle cose avvolge come un nero mantello il ciclo della natura mutevole.
E a quale prodigio giunga questa pittura, fin dove si spingano la forza e l’ardimento, lo vediamo bene nel desiderio, ma, ancor più precisamente, nella volontà, di stringer quella mutevolezza dentro le leggi del tempo che più non varia; dentro il fiume livido e sbiancato, come attraversato da folle di nuvole temporalesche in corsa, dell’eternità. Su una scena da Grecia arcaica, su cui pare che l’uomo non cammini più da secoli ormai; abbassato fin quasi a far scomparire il punto dell’orizzonte, Balsamo proietta le lunghissime ombre degli ulivi contro la maestà funerea dei suoi cieli. Che son quasi sempre irti di nembi, agglomerati e concentrazioni di bianco latte divino, che mai non piove sugli aridi spazi dove si levano, invocanti verso l’alto, le secche braccia dei rami.
Rami monchi, come di chi sia stato tradito nel momento della preghiera, nel momento della parola finale. E che sempre questi spazi possiedano una dimensione sacra, tragica, da ultima ora avanti che venga il finale giudizio, lo dice bene quel cielo che precipita, si tende fino a terra, avvolgendo il paesaggio senza però indistinguerlo.Cielo che si fa intorno, strettissimo, anche alle numerose nature morte; melograni aperti, cesti di frutta casualmente abbandonati su un tavolo che sono gli emblemi di quella che fu la vita, e ora non lo è più. Per giungere a questa perentorietà, a questa fredda, glaciale definizione, Balsamo aveva bisogno di evocare, della natura, l’aspetto di più insistito mistero, di più circonfusa pietà dentro il vasto distendersi dell’atmosfera. Come cattedrali dentro un limbo, o caverne preistoriche sulla ventosa e rossa savana pietrificata, gli ulivi di Puglia sono il monumento al mistero, al silenzio; sono, di più, tutto intero, il senso del destino che grava su di noi. E questo naturalismo che fa delle fronde il colore della pietra, mostra così di sentir vicino lo spirito di taluni grandi pittori di natura del primo Ottocento inglese; quando i grandi, immensi ghiacci delle Alpi, le nebbie sublimi della perdizione, le burrasche ai bordi dell’Oceano, erano tutto questo assieme al racconto di un dolore, di una sofferenza: occhi che si spalancavano, prima del tempo, sull’abisso.
Quell’abisso, quel confine, quella striscia di frontiera, Balsamo ha scelto di dirlo racchiudendo come in una stanza gli eventi atmosferici, che in quella stanza invisibile entrano da un’ altrettanto invisibile finestra. E’, ancora, quel senso di mistero che soffia sotto tutta la cenere delle praterie rinsecchite che non danno ormai più linfa ai tronchi che sono torba, carbone, lignite. E, come per uno scherzo del destino, per un’inversione, chissà se consapevole, dei ruoli, questo spirito nordico si innerva in un paesaggio mediterraneo: sia quello di Puglia, o sia quello, fascinoso di rocce e acque, della costiera sorrentina; più raramente il lungomare ligure, o l’elettrica linea delle colline toscane, che però occhieggia luminescente in una bellissima tele dipinta in questi ultimi mesi. E, fatto ancor più curioso, Balsamo dipinge le sue storie nordico - mediterranee lavorando nel sottotetto di una straordinaria casa ampezzana in faccia alle Dolomiti. …

Tratto da “Occhi d’ulivo” di Marco Goldin

 

Inaugurazione della mostra

Giovedì 23 Luglio 2009

alle ore 18

Precederà un concerto per chitarra classica del maestro

Claudio Cecere