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L'assessore Gentile scrive ai Comuni per l'attuazione dei piani sociali di zona
Le attività dell’Assessorato alla Solidarietà non si fermano nel mese di agosto, e l’Assessore Gentile ancora in questi giorni sta attentamente monitorando quanto succede sul territorio pugliese in merito alla attuazione dei Piani Sociali di Zona, cioè gli strumenti di programmazione che attivano i servizi sociali nei territori. Anche in occasione della legge regionale n. 19/2006, l’Assessore ha avuto modo di evidenziare come la sfida del cambiamento proposto dalla nuova legge di riforma del welfare locale sia fondata sulla capacità dei cittadini, delleassociazioni, delle imprese sociali, delle organizzazioni sindacali e, non ultimi, dei Comuni di interpretare correttamente il nuovo atteggiamento da tenere nei confronti delle politiche di inclusione sociale. Così come – evidenzia Elena Gentile - “i tempi con i quali i cittadini si accorgeranno che qualcosa è cambiato in Puglia, dipendono molto dalla capacità della Regione di produrre scelte più coerenti con i loro bisogni e regole di attuazione più semplici, ma soprattutto dipendono dalla capacità dei Comuni di mettere al centro delle proprie azioni di governo le politiche sociali, non più marginali né residuali”.
E proprio per questo l’Assessore Gentile, sollecitata da molte proteste pervenute in Regione da parte di cittadini, associazioni di volontariato, consiglieri comunali, ha comunicato agli stessi Comuni, con una lettera urgente trasmessa via fax, la sua preoccupazione per la tendenza di alcuni Comuni di attingere ai capitoli dei propri bilanci per le spese sociali al fine di trovare copertura a ben altre spese, quelle necessarie in queste settimane per finanziarie i cartelloni degli eventi spettacolari e di richiamo per turisti e villeggianti organizzati un po’ ovunque.
“Non è possibile accedere alle risorse sociali per queste iniziative, pur utili e doverose, perché in questo modo alcuni Comuni aggirano il patto di stabilità, che imporrebbe loro maggiore sobrietà in alcune tipologie di spese, come appunto quelle per eventi culturali/spettacolari, ma soprattutto perchè negano ai cittadini più deboli, ai bambini, agli anziani soli, ai disabili, di avere accesso a ben altri interventi e servizi”.
Non si può, infatti, dire che una sfilata di moda, lo spettacolo per incoronare l’ultima reginetta di turno, un concerto jazz e una sagra, non siano occasione di animazione, ma quando a tutti si pensa tranne che ad assicurare anche soltanto la partecipazione dei più deboli a queste manifestazioni (con servizi di trasporto dedicato, posti riservati, ecc..), e quando poi si dice che non ci sono soldi per un percorso di animazione e integrazione sociale e culturale che duri un intero anno, allora non è possibile utilizzare le risorse delle politiche sociali.
Sindaci e amministratori che hanno finora scelto questa scorciatoia si assumano le loro responsabilità e – li richiama l’Assessore – prima di tutto spieghino ai loro cittadini e alle loro associazioni perché Piani Sociali di Zona finanziati anche più di un anno fa non hanno ancora attivato i servizi che ordinariamente dovrebbero assicurare, e però già da due estati danno insospettabili segni di vita e di vivacità quando bisogna pagare soggiorni estivi, spettacoli, e poco altro.
La Gentile sia lo scorso anno che questo anno, all’inizio dell’estate, ha sollecitato i Sindaci di tutti i Comuni a predisporre programmi specifici per prevenire i danni alla salute e i rischi di esclusione e di solitudine in cui anziani e disabili, in special modo, incorrono nei mesi estivi. Ma certo non di “nani e ballerine” hanno bisogno le fasce più esposte ai rischi di disagio sociale nelle nostre comunità: si parlava di teleassistenza e telesoccorso, di concorso economico per l’acquisto di condizionatori, di organizzare servizi di animazione in centri comunitari diurni, gite e occasioni di svago per anziani, di potenziare anche con attività di presidio sanitario diffuso i centri sociali e di aprirne dei nuovi.
In molti Comuni di tutto questo non c’è traccia, se non minima, puntualmente oscurata da eventi e cartelloni di sicuro interesse, ma rivolti ad altri – pur sacrosanti – obiettivi.
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