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Decreto anticrisi di Tremonti: a rischio il collocamento obbligatorio?

È l’interrogativo che si pone la maggioranza della Regione Lazio dopo un confronto con i sindacati della Funzione Pubblica. Il Decreto anticrisi del 1 luglio 2009, infatti, metterebbe a rischio il collocamento obbligatorio dei disabili, sancito dalle legge 68 del 1998. Battaglia: Il governo faccia chiarezza

ROMA - Una formulazione che non chiarisce nessun dubbio in merito al collocamento obbligatorio delle persone disabili: è il limite del decreto anticrisi di Tremonti, varato agli inizi di luglio, di fronte al quale i sindacati della Funzione Pubblica e la maggioranza alla Regione Lazio chiedono chiarezza. L’allarme è scattato dalla formulazione, definita ambigua, dell’art.17 del decreto 78 del 1 luglio 2009 che riguarda, appunto, il collocamento obbligatorio delle persone con disabilità.

Per quanto ambiguo nella formulazione, sono ormai diverse le amministrazioni pubbliche che bloccano il collocamento dei disabili sulla base di quanto previsto dall’art. 17 del decreto 78 del 1 luglio 2009, le cosiddette misure anticrisi di Tremonti. Se fosse questa l’interpretazione autentica - ha dichiarato Augusto Battaglia, vicepresidente della Commissione Lavoro alla Pisana - la norma costituirebbe un attacco senza precedenti al diritto al lavoro delle persone disabili. Il decreto, infatti, comprometterebbe la possibilità di inserimento al lavoro di tanti giovani che hanno superato l’handicap in un difficile percorso di riabilitazione e formazione nella prospettiva di una piena integrazione nella società. Ma soprattutto lancerebbe un segnale negativo a tutto il mondo del lavoro, incentivando le imprese a venire meno ad un fondamentale dovere civile.

La richiesta, dunque, è quella di una maggiore chiarezza nel dispositivo e di più trasparenza nell’azione del governo. Nel difficile quadro economico e sociale che attraversa il Paese, non possono essere i disabili a pagare un prezzo così alto. Porre limiti all’inserimento al lavoro, non solo è inaccettabile sul piano etico, ma rischia - ha proseguito Battaglia - di ricacciare nel circuito assistenziale, oltretutto con conseguente aggravio della spesa pubblica, persone che al contrario possono dare un contributo allo sviluppo economico e sociale del Paese. Oltre a questo il vicepresidente della Commissione Lavoro chiede di rilanciare una iniziativa per una piena attuazione della legge 68 sul collocamento dei disabili sia nella pubblica amministrazione che nelle aziende private.

 

 

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