Presentazione del libro inchiesta

Nei mari dei pirati
(Longanesi)

di Nicolò Carnimeo


Ne discute con l’autore

il giornalista-sommelier Eustachio Cazzorla

che aprirà l’incontro con un sabrage di spumante italiano
secondo le tecniche dei pirati del Settecento

 

Venerdì 4 dicembre
ore 20.30
libreria Libreria Chiarito
(Via Ricciotti 12 Monopoli)

 

Prevista la diretta via web dal sito www.eusto.it e http://livestream.com/sommelier




Venerdi 4 dicembre alle ore 20.30 alla libreria Chiarito di Monopoli sbarcano i pirati. Ma non c’è nulla di romanzesco nelle storie raccontate dallo scrittore e giornalista pugliese Nicolò Carnimeo (che da quindici anni firma la rubrica Angolo del mare sulla Gazzetta del Mezzogiorno), nel suo libro inchiesta Nei mari dei pirati (edito da Longanesi) - che è già divenuto un piccolo best seller marinaro – egli racconta il suo viaggio in Somalia, Borneo, Filippine, Caraibi, a caccia dei nuovi bucanieri.  Nei mari dei pirati raccoglie, infatti, centinaia di dati e storie di pirateria moderna, che a tratti paiono sfiorare il romanzesco, navi fantasma, capitani pronti al sacrificio, equipaggi in preda allo scorbuto come nell’epoca d’oro della navigazione, una ciurma di piratasse nere, un pirata Robin Hood, e, invece, si tratta di episodi veri e documentati.

Il reportage inchiesta di Nicolò Carnimeo dimostra non solo che la pirateria marittima è un fenomeno globale, diffuso in tutti gli oceani del mondo e non solo in Somalia, ma che l’azione dei nuovi bucanieri può avere effetti diretti anche sulla nostra vita quotidiana. Se il prezzo del greggio schizza in alto può essere dovuto all’ennesimo assalto dei pirati - guerriglieri del MEND a petroliere o alle piattaforme in Nigeria, se i flussi migratori aumentano sulle coste italiane una delle cause è la destabilizzazione del Corno d’Africa, del suo mare come una giungla, depredato dalle flottiglie pescherecce, discarica dei rifiuti tossici dell’Occidente, seppellito dalle armi in barba all’embargo dell’ONU.

I nuovi pirati non vengono dal mare – come scrive nella colta prefazione lo svedese Bjorn Larsson autore de La vera storia del pirata Long John Silver – sono “pirati di terra”, frutto di un mondo povero ed emarginato, di nazioni senza stato o con un alto livello di corruzione. A quelle latitudini dimenticate sempre più spesso gruppi terroristici, avviene in Nigeria o nelle Filippine con Abu Sayyaf (la “Spada di Dio”), compiono atti di pirateria per finanziare le attività eversive. L’indagine di Carnimeo è una analisi geopolitica dura, spesso cruda, distaccata, ma che fornisce uno straordinario strumento di comprensione di realtà lontane e vicine allo stesso tempo. 

I pirati possono colpirci direttamente, magari in vacanza, quando siamo deboli. Non sospettavano certo di essere attaccati i croceristi della Melody o i 161 passeggeri Seaburne Spirit della Miami Seaburn Cruise Line. Anche un charter a vela nei Caraibi può trasformarsi in tragedia, e non certo in destinazioni sperdute, ma nell’isola Margarita in Venezuela, Saint Vincent o Santa Lucia nelle piccole Antille. Carnimeo ricostruisce e analizza i casi più recenti a partire dall’omicidio del velista neozelandese Peter Blake ucciso dai ratos de agua (topi di fiume) a bordo della sua Seamaster all’imboccatura del Rio delle Amazzoni. 

Un libro che è un documento inquietante specchio della nostra epoca.