Museo Diocesano di Monopoli

Via Cattedrale, 26

 

ONOFRIO MARTINELLI

(1900 -1966)

Tradizione e contemporaneità

31 luglio – 31 agosto 2005

 

Inaugurazione

Domenica 31 luglio 2005, alle ore 18.30

 

Interverranno

Franco Fanizza
Ordinario di Estetica dell’Università degli Studi di Bari

Santa Fizzarotti Selvaggi
Critico d’arte, Psicoterapeuta, Scrittrice

 

Introdurrà

Michele Depalma
già titolare della Cattedra di Pittura delle Accademie
di Belle Arti di Firenze e Bari

 

Onofrio Martinelli rappresenta, forse, l’espressione più emblematica della pittura pugliese e della sua identità fluttuante. Le sue opere, invece di limitarsi a rappresentare una forma per quanto geniale di localismo artistico, risultano il riflesso di un pensiero per così dire nomade, che, per questo, osa porsi alla ricerca del proprio riscatto dalla condizione stessa della terra di Puglia come terra attraversata (e qualche volta vessata) da popoli e culture differenti: luogo di passaggio, in ogni caso, in cui lo Straniero viene accolto, senza però che diventi mai definitivamente familiare. Questa stessa terra si rivela, così, una terra di confine, in cui anche l’identità pittorica somiglia ad un mosaico che ogni volta rimanda ad un insieme, continuamente cangiante, di visioni del mondo.

All’artista non sembra rimanere altro se non il mistero del rapporto tra l’unità del proprio gesto e il possibile suo stesso (fecondo?) scivolamento verso ciò da cui egli viene oggettivamente investito. E proprio in questo senso che Martinelli ha sempre rivolto lo sguardo verso più ampi orizzonti estetici, come se dalle basse coste della nativa Mola di Bari egli avesse guardato oltre il limite consentito dal suo occhio. Ed è così che gli apparvero, quasi certamente, a Firenze, a Parigi, a Roma, i Filippo De Pisis, i Giorgio de Chirico, i Fausto Pirandello, i Mario Mafai...

L’incontro con la pittrice Adriana Pincherle, divenuta sua moglie ne11943, lo aprì ad esperienze intrise anche di cultura letteraria, in cui par di intravedere il progetto di un composito Umanesimo, quale luogo, utopico, di nuove dimensioni dell’essere. Di qui anche l’esperienza del colore, oscillante tra immagini mediterranee e paesaggi nordici, come pure l’esperienza della materia pittorica e tangibile e della intensità espressiva dei ritratti. E come se Martinelli ospitasse varie altre visioni artistiche e si ponesse con loro in una condizione di reciprocità culturale. Vengono in questo modo a determinarsi rappresentazioni inedite del mondo, secondo un gioco ogni volta rinnovato con cui tra il e l’ “Altro” si stabiliscono investimenti, legami, intrecci.

Qual è dunque il vero volto di questo artista? Ciò che si può dire è che Martinelli dispiega una presa creativa che invoca il proprio diritto di cittadinanza all’interno della pluralità dei mondi pittorici. E questo il suo cammino segreto, al quale può venire applicata l’immagine di Pontalis Sotto il pensiero, la parola, sotto la parola, lo sguardo .

Franco Fanizza e Santa Fizzarotti Selvaggi