Premessa
Negli ultimi anni, a seguito dell’accresciuto ruolo dei sindaci e del conferimento
di sempre maggiori poteri agli enti locali, si è riaperto con forza il dibattito sull’opportunità
di una partecipazione attiva dei comuni alla tutela dell’ordinata e civile convivenza all’interno
della comunità di riferimento. In realtà, da sempre i comuni si occupano di sicurezza, anche attraverso
la Polizia Municipale; recentemente, però, si è fatta strada l’idea di una sicurezza locale compartecipata
tra lo stato e le realtà locali, nella giusta convinzione che la sicurezza stessa non possa essere ridotta
all’ordine pubblico, ma ricomprenda anche tutti gli interventi sociali
che solo i comuni possono assicurare.
E’ evidente come una responsabilità comunale, in questo campo, sia già nelle cose,
anche perché i cittadini si rivolgono sempre più direttamente a questo ente per la
tutela dei propri interessi in materia di sicurezza locale.
Questa strategia, doverosa ed in parte utile, perché abbia più efficacia deve essere
associata ad un’azione integrata, a vari livelli, e coinvolgente tutti i settori di riferimento.
In particolare si deve puntare sulla cultura, sull’educazione alla legalità,
sulla comunicazione più incisiva possibile.
Occorre ripartire dal contatto con il cittadino, ottenendo il duplice scopo di comunicare direttamente,
e quindi spiegare, educare, ma anche rassicurare con la propria vicinanza; insomma, produrre sicurezza.
La Polizia Municipale, nata fin dalle origini come guardia civica, come la polizia più prossima ai cittadini,
assurge di diritto, a livello ormai europeo, a soggetto centrale delle problematiche inerenti
alla sicurezza locale, organizzandosi su nuovi parametri di presenza fisica, visibilità, relazione
con i cittadini, mediazione e risoluzione dei conflitti.
Le note esperienze della polizia municipale hanno aperto la strada, lanciato un messaggio,
proposto modelli di intervento (contatto fisico, pattugliamento appiedato, volontariato-partner).
Si tratta di cercare di favorire la percezione di sicurezza, facendosi carico dei problemi del quartiere,
secondo le normali attribuzioni e competenze della Polizia Municipale, attraverso la costruzione
di una rete di relazioni che pongano il cittadino
al centro delle strategie di controllo del territorio.
Quindi una predisposizione in più, rispetto al passato, per la sorveglianza sui così detti reati di strada,
a patto di non snaturare l’essenza stessa della Polizia Municipale, che dovrà restare attrice principale
nel campo della polizia amministrativa locale,
senza creare inutili doppioni con le Forze di Polizia statali.
Al contrario, più che nel campo della criminalità comune, se esiste una “zona grigia”
nella quale le competenze sono sempre rimaste indefinite, e dove la Polizia Municipale
dovrà operare di diritto, se non addirittura specializzarsi, questa zona è costituita dai fatti legati
alla convivenza civile”, un’area che include atti e situazioni come le “incivilities”, le maleducazioni,
le marginalità, il degrado.
Non sempre veri illeciti, ma fatti che qualcuno ha definito di pre-reato. Per la Polizia Municipale è
doveroso puntare su compiti di vera e propria polizia delle inciviltà,
oltre che di polizia amministrativa locale, di polizia stradale, e su funzioni di polizia giudiziaria
e di pubblica sicurezza che siano strumentali al mantenimento della sicurezza locale,
in un’ottica generale che deve essere essenzialmente di prevenzione.
Fare il Vigile di Zona è un modo di espletare il normale servizio di polizia locale.
Vuol dire investire una quota parte della giornata lavorativa in relazioni con le persone
e con il territorio; stabilire un rapporto con i “testimoni privilegiati”; curare la velocità
della risposta ma anche la prevenzione della minaccia.
Il nostro Vigile di Zona sarà un agente di Polizia Municipale che espleterà tutte le mansioni
inerenti al profilo professionale e facenti riferimento alle funzioni di competenza della
Polizia Municipale stessa; sarà sempre più specializzato, questo sì, con particolare riguardo
alle relazioni sociali, alla mediazione dei conflitti, alla vita di quartiere;
opererà nel quartiere assegnato conoscendone i problemi,
i punti critici e risponderà velocemente ai bisogni.
Ma soprattutto offrirà la propria presenza fisica alla gente, per rapportarsi
in modo nuovo e diverso con i cittadini e con il territorio.
Nasce, oggi, la necessità di garantire un livello di qualità e vivibilità
attraverso politiche che tutelino dal degrado e dall’inciviltà, anche quando
i comportamenti posti in essere non siano riconducibili a problematiche criminali
per far diminuire quella percezione di insicurezza oggi molto diffusa.
Spesso, i fenomeni che maggiormente determinano nelle persone un sentimento di
insicurezza sono costituiti da comportamenti che, il più delle volte, sfuggono alla
sanzione penale o amministrativa: pensiamo agli atti vandalici compiuti da ignoti, ecc.
L’intervento su queste problematiche deve passare attraverso una fase di osservazione,
un momento di presa in carico da parte dell’Amministrazione e quindi di soluzione.
Ecco il perché del Progetto. Queste fasi infatti, pur essendo estremamente semplici e
logiche, hanno necessità di essere razionalizzate, sistematizzate e, infine,
verificate nella loro capacità di essere efficienti ed efficaci.
Efficienza ed efficacia della risposta, rispetto ai bisogni promananti dal
territorio e dal tessuto sociale, divengono parte essenziale della soddisfazione del cittadino,
che vivrà le Istituzioni non più solo come elemento ineluttabile del vivere quotidiano,
ma come interlocutore valido, presente e necessario.
Da qui la costruzione di un rapporto nuovo e diverso tra Ente che governa e governati.
Un rapporto paritario tra chi eroga i servizi e gli utenti che ne fruiscono,
dove ciascuno concorre al raggiungimento di un medesimo obiettivo:
il sensibile aumento delle condizioni che determinano una buona qualità della vita.
Ecco quindi un nuovo modo di essere Polizia Municipale, composta da operatori portatori
di una conoscenza vasta e non specialistica, con una particolare sensibilità ai problemi
relazionali e alla gestione dei conflitti (Polizia di Quartiere) nonché portatori di
conoscenze più puntuali e specialistiche, che consentono un buon livello di approfondimento
delle varie problematiche e orientano alla soluzione
definitiva del problema di volta in volta riscontrato.
Ciò dovrà portare, inevitabilmente, al superamento dell’attuale atteggiamento
“notarile/burocratico” che ha, fino ad oggi, caratterizzato il rapporto
tra Polizia Municipale e cittadino: da un lato il cittadino non più
considerato come “mero adempimento amministrativo”, ma come soggetto portatore
di bisogni di cui occorre farsi carico; dall’altro l’operatore di Polizia Municipale,
non più solo come “divisa che rappresenta l’Ente”, ma come soggetto che indossa
una divisa che diviene lo strumento di individuazione, come elemento esplicitante
una importante funzione di collegamento con l’Istituzione, come, quindi,
un soggetto sensibile e presente tra le persone, insieme ad esse, con tutti i loro problemi.
Un esempio di questo nuovo modo di essere sarà il servizio “a domicilio”:
ovvero, alla esposizione di un problema da parte del cittadino la
Polizia Municipale risponderà prendendo immediato contatto telefonico e/o,
se necessario e/o opportuno, recandosi presso la sua abitazione per verificare
e risolvere lo specifico problema rappresentato. Attraverso questa modalità di
gestione degli esposti si raggiungono finalità diverse, ma tutte ugualmente importanti:
- Contatto vero e umano con le persone;
- Presa d’atto reale del problema;
- Soluzione rapida
(ove possibile) dello stesso;
- Sburocratizzazione del rapporto che terminerà con una stretta di mano o un saluto telefonico,
invece che con la tradizione ed impersonale lettera di risposta.
A conclusione di questa breve parte introduttiva che tende a voler,
in qualche modo, porre l’attenzione sulla filosofia ispiratrice del progetto,
si vuole evidenziare come il successo di questo progetto non sarà il successo
della Polizia Municipale o, più genericamente, dell’Amministrazione Comunale.
Sarà invece il successo di tutti coloro che nella pubblica amministrazione credono,
vi lavorano e che, con questa occasione, sapranno dimostrare, nei fatti,
che lavorare nel pubblico non solo è professionalizzante e gratificante, ma
determinante nella trasformazione, in positivo, della nostra società, una società
a cui i cittadini saranno orgogliosi di appartenere.
Suddivisione del territorio in 10 zone
Ogni zona sarà oggetto di azioni di pattugliamento, conoscenza e
costruzione di reti di rapporti col tessuto sociale, destinando così
il personale inviato ad un’azione preventiva sia di breve (presenza attiva e passiva)
che di medio - lungo termine (interazioni con il tessuto sociale e con il territorio),
nonché ad una consequenziale azione repressiva.
A ciò si aggiunga un’azione di informazione a doppio senso agenti - cittadini
che permette nell’immediato di soddisfare e/o il bisogno del cittadino e/o la
necessaria opera di raccolta delle informazioni di polizia, ma che nel medio - lungo
termine rinsalda un legame tra uniforme e contesto sociale.
Assegnazione di risorse per zone: il personale
Allo scopo di poter sostenere tale azione di controllo del territorio,
è necessario operare una diversa organizzazione del personale: Ad ogni zona saranno
assegnati un sottufficiale e due vigili che, una volta alla settimana,
una volta nel turno antimeridiano e una volta nel turno pomeridiano-serale,
che saranno resi noti alla popolazione, pattuglieranno a piedi o in ciclomotore
tutte le strade di competenza, al fine di agevolare la possibilità di incontro
con la popolazione e comunque di espletare tutte quelle attività previste dal presente progetto.
Dotazioni individuali
Sarà assicurato il rapporto minimo di un apparato ricetrasmittente
per ogni pattuglia operante, onde poter permettere i necessari
collegamenti con la Centrale Operativa.
Trattandosi di attività non correlabili a rischi specifici quanto piuttosto
alla più vasta e generica categoria del rischio di polizia, l’attenzione dovrà
probabilmente focalizzarsi sulla formazione degli operatori, onde aumentare in loro
le capacità di analisi dei rischi stessi attuando le misure di volte in volta necessarie.
L’analisi della zona
L’analisi dei problemi
La ricognizione del territorio e l’analisi del tessuto sociale:
azione preliminare e trama dì riferimento per l’azione quotidiana
Azione preliminare ad ogni intervento sarà la ricognizione del territorio e l’analisi
del tessuto sociale. L’operatore dovrà condurre un’azione di monitoraggio del
territorio assegnato e delle relazioni rilevanti.
Il territorio dovrà sia fungere da contesto in cui collocare le dinamiche sociali e le azioni
eventualmente necessarie, sia porsi come problematica di riferimento autonoma e quindi
eventuale oggetto di intervento (ad es. conseguenze di atti vandalici in via X, quindi
immediata richiesta di intervento idoneo al ripristino delle minime condizioni di sicurezza/pulizia e decoro,
quindi programmazione di eventuali interventi infrastrutturali di medio termine,
quindi ulteriore ricostruzione delle dinamiche sottese al vandalismo nel settore di competenza, etc.).
Si tratta cioè di individuare i problemi maggiormente rilevanti
dell’area territoriale assegnata (dal vandalismo ai rumori molesti),
cui far seguire una idonea azione di contrasto tesa a fornire ai cittadini risposte rassicuranti.
L’interazione con il tessuto sociale: la costruzione delle reti di relazioni e i meccanismi
di condivisione del progetto.
L’azione dei Vigili di Zona non dovrà però limitarsi alla mera occupazione
del territorio e al controllo delle dinamiche sociali che in esso si realizzano,
bensì interagire con il tessuto sociale, in particolare inserendosi attivamente e sviluppando
la rete delle fondamentali relazioni informali del territorio assegnato.
Il Vigile di Zona dovrà quindi progressivamente sviluppare una conoscenza
del territorio poggiante su un reticolo di rapporti personalizzati sia con le
figure di riferimento già a priori individuate, sia con ogni altro soggetto
rilevante ai fini dell’azione da espletare.
Le ipotesi di risoluzione
L’interazione con il territorio e con il relativo tessuto sociale porterà gli
operatori a doversi confrontare con la risoluzione di problemi a diversa scala,
riconducibili però a due grandi categorie, identificate in relazione alle competenze:
- azioni di breve termine:
casi di competenza esclusiva della polizia municipale,
casi di interventi di terzi coincidenti con la soluzione
(ad es. chiamata di pronto intervento = chiusura della buca,
sostituzione della lampadina, etc.);
- azioni di medio - lungo termine: casi implicanti comunicazioni successive ai
soggetti competenti e relative istruttorie (ad es. chiusura definitiva di una grossa buca,
con ripristino di manto e sottofondo, susseguente all’intervento di emergenza).
Sarà scrupolo degli operatori mantenere con i soggetti di riferimento
sul territorio gli eventuali rapporti che dovessero rendersi necessari e/od opportuni
tra la manifestazione del problema e la sua risoluzione, in quanto considerabili
come parte integrante della soluzione medesima e come particolarmente funzionali
al mantenimento della rete di relazioni di cui sopra.
Nell’azione di risoluzione dei problemi, gli Agenti delle pattuglie opereranno
d’iniziativa, mantenendo con i colleghi momenti frequenti di confronto che consentiranno,
pur nella distinzione soggettiva, unitarietà di intervento e di azione.
Al crescere della scala del problema, l’operatore potrà quindi attivare un percorso
che può arrivare a coinvolgere l’intera struttura della Polizia Municipale
(grandi emergenze e/o accadimenti di vasta scala).
La metodologia operativa
-
la condivisione dell’informazione
-
l’aggiornamento degli strumenti conoscitivi e statistici
Sarà fondamentale, per il modello organizzativo fin qui illustrato,
l’idoneo trattamento dei dati derivanti dall’attività espletata.
Adottando poi per deliberata scelta il concetto di progetto, questo
verrà via via rivisitato e riconsiderato nelle sue impostazioni strategiche
come di dettaglio, sulla base del flusso di informazioni che saranno elaborate dagli operatori.
Gli elementi costituenti il progetto
E’ quanto mai evidente che, per come è stato finora descritto, il progetto
dei “Vigili di Zona” si regge, oltre che sulla della capacità d’intervento
della Polizia Municipale, su di un’essenziale sinergia di rete sviluppata
attraverso collegamenti ed interventi, certi e risolutivi, con altri soggetti.
Ogni Vigile di Zona, a cui è assegnato il ruolo di protagonista in relazione ai singoli
obiettivi assegnati, dovrà pertanto, come si evince dallo schema seguente,
seguire il medesimo percorso logico, identificando bisogni (potenziali e reali),
referenti, procedure, tempi e modalità d’intervento.
Percorso dei servizi logici:
-
servizi d’Istituto della Polizia Municipale
(Definizione dei bisogni, dei referenti, delle procedure,
dei tempi e delle modalità di intervento);
-
Servizi Tecnici (Idem c.s.);
- Mobilità;
- Ambiente;
- Sicurezza Sociale;
-
Interventi di Protezione Civile;
- Servizio Gestione Rifiuti;
- Verde Pubblico.
I vari servizi, nell’ambito del quadro del presente progetto,
svilupperanno in seguito, in relazione alle varie problematiche emerse,
ulteriori progetti di dettaglio, volti alla soluzione di singole problematiche
e/o all’ulteriore ottimizzazione di qualunque aspetto del progetto.
Alla luce di quanto sopra, due dovranno essere le categorie di azioni attuabili:
di breve termine (intervento di polizia + intervento specialistico = soluzione)
e di medio - lungo termine.
I servizi di pronto intervento interni (azioni di breve termine)
I servizi di pronto intervento esterni (azioni di breve termine)
- Acquedotto e fogna (AQP)
- Enel
- Italcogim-gas
- Telecom
L’Ufficio di progetto potrebbe inoltre sviluppare progetti
integrati con l’Associazionismo per l’integrazione del terzo
settore nell’ambito della sicurezza, secondo un percorso logico
uniforme che permetta di valutare debitamente ogni aspetto della collaborazione, ovvero:
- I protocolli di intesa
- Le risorse
- La formazione
- Le dotazioni
- La copertura assicurativa
- L’integrazione con la Polizia di Quartiere
- Altro.
La modulistica
Modulistica: si prevede la dotazione di moduli per
interventi di base per ogni materia di competenza specialistica.
Nella fase attuale di prima sperimentazione, la “chiusura” dell’intervento
conchiude tutte le sinergie sopra descritte, includendovi la soluzione del
problema (attuata e/o progettata).
Un apposito carnet di schede, comprensivo sia delle procedure speditive
(interventi immediati) che delle relazioni necessarie alla definizione degli interventi di
medio - lungo termine, sarà patrimonio condiviso tra tutti i soggetti coinvolti nel
progetto come sopra descritto. Un fascicolo riepilogativo del materiale operativo sarà
in dotazione ad ogni Agente di Polizia Municipale, anche quale linea guida per la proposizione
di miglioramenti e/o modifiche.
Attraverso la procedura prevista dalla scheda, che rappresenta una logica
di azione integrata fra soggetti idonei (e non un mero elenco telefonico di uffici astrattamente preposti),
si attiverà una catena più o meno lunga di azioni atte alla soluzione del problema
(immediata o differita).
Il coordinatore del progetto, a seconda delle categorie di azioni previste
dovrà quindi concludere la propria azione con il controllo della chiusura della
catena attivata, sia da parte propria che da parte di terzi.
Ogni livello operativo dei Vigili di Zona, adotterà quindi un metodo
di lavoro univoco, all’interno del quale, ciascuno al proprio livello,
attuerà azioni/strategie di soluzione dei problemi, interfacciandosi eventualmente
con l’Ufficio di progetto per ogni ipotesi di ulteriore di ottimizzazione da proporsi
in relazione alle metodologie adottate.
L’integrazione con l’emergenza
La “Mission” del “Vigile di Zona”
Prevalentemente il VZ si occuperà del monitoraggio e conoscenza capillare del territorio:
la destinazione specifica di operatori qualificati ad una frazione determinata del
territorio crea una conoscenza diretta tra chi vive il territorio o chiede la soluzione
dei problemi e l’operatore deputato a raccogliere, analizzare ed attuare gli interventi
necessari volti alla erogazione del servizio richiesto.
Il Vigile di Zona, nel suo ruolo di interfaccia con il cittadino,
rileverà le problematiche di carattere generale che hanno riflesso sulla
attività complessiva dell’Ente Comune e dei gestori dei servizi pubblici
avendo come impegno ogni azione necessaria alla soluzione degli eventuali disservizi.
Costi
Allo stato è possibile dire che, con enorme sforzo, il progetto sarà a costo zero.
Infatti l’intervento è da inquadrarsi nell’ambito di una riorganizzazione e
razionalizzazione del personale e del servizio.
Per ciò che necessita a supporto (modulistica, ecc.) il Comando provvederà in proprio
alla realizzazione di quanto necessario. Lo stesso dicasi per ciò che concerne il supporto
informatico e logistico.
Soggetti coinvolti e ruoli
I soggetti coinvolti in questo progetto sono diversi, comunque tutti
tesi ad un miglioramento complessivo della sicurezza e della immagine della città;
la complessità dell’intervento, infatti, richiede il coinvolgimento di più soggetti,
ognuno con il suo ruolo di responsabilità e con apporti diversi.
Il soggetto principale è sicuramente il cittadino residente delle diverse zone che
non ha certamente un ruolo passivo:
- è il destinatario dell’intervento
- è colui che esprimerà
(o meno) la sua soddisfazione
- è colui che chiederà e suggerirà
- è, infine, colui che aiuterà il VZ
e tutti gli altri soggetti coinvolti,
a imparare sul campo, apprendendo e mettendo a frutto
in tempi brevi le esperienze che man mano evolveranno.
I soggetti politici individuati nel Sindaco e nell’Assessore alla
Polizia Municipale sono i referenti ai quali è doveroso dar conto
(oltre che ai cittadini) dei risultati raggiunti rispetto agli obiettivi,
ma saranno anche coloro i quali devono essere e sentirsi costantemente coinvolti
e, in ogni momento, al fianco dei soggetti maggiormente impegnati, in primis i VZ.
Il loro ruolo sarà fondamentale e determinante nel coinvolgimento positivo
di altri settori e/o enti relazionati al progetto.
Il Comandante, gli Ufficiali, sono coinvolti in tutti gli aspetti
collaterali all’attività operativa in senso stretto.
La riuscita dell’intervento sarà il naturale risultato della fattibilità e
progettazione dell’intervento, in uno alla formazione e al necessario coordinamento e supporto.
La criticità dell’analisi dei dati e le rapide risposte implementative consequenziali,
costituiranno il parametro determinante per la riuscita del progetto.
I Vigili di Zona (VZ) sono il fulcro di tutto: dovranno essere adeguatamente motivati
al progetto, condividerlo, migliorarlo nella operatività in senso stretto fornendo ai quadri
i suggerimenti opportuni. Dovranno avere una capacità comunicativa elevata e, soprattutto,
conquistarsi nel miglior modo possibile l’autorevolezza necessaria per essere rispettati
da tutti nella zona (nessuno escluso), sapendo però che il rispetto che si vuole è esattamente
proporzionale al rispetto che si offre.
Gli altri settori del Comune e principalmente Lavori Pubblici, Servizi Sociali,
dovranno essere i partner ai quali spesso il VZ e la struttura a supporto si rivolgerà
per il problema del momento; la loro condivisione progettuale e la loro capacità di risoluzione
dei problemi (immediata o in tempi brevissimi) sarà fondamentale per la riuscita del progetto.
Una conferenza di servizio dovrà essere necessariamente convocata per illustrare alle altre
Istituzioni ed ad altri enti l’iniziativa. Il coinvolgimento (e condivisione) di questi è
indispensabile, anche perché potranno da un lato offrire suggerimenti all’intero progetto e
dall’altro dimostrare sensibilità elevata alla collaborazione. Si individuano principalmente
le altre forze di polizia, Asl e il servizio gas, enel, telefonico, aqp., ecc. In un secondo momento potrebbero essere coinvolte associazioni di volontariato, sportive,
culturali, commercianti, artigiani, ecc.
I media saranno l’interlocutore trasparente dell’attività svolta e, nella fase iniziale,
il veicolo promozionale di informazione e conoscenza. Saranno poi il riscontro critico a
quanto realizzato, ma ogni intervento (basato su dati di fatto), non solo sarà accettato,
ma anche benvoluto.
Manifesti murali nelle zone, che abbiano la caratteristica tipografica della novità assoluta,
saranno affissi nelle zone interessate.
Individuazione gruppo VZ e Formazione
Tra gli Agenti e Sottufficiali in servizio, il Comandante individuerà con
il solo criterio dell’adattabilità al ruolo e la condivisa volontà dei selezionati,
coloro i quali in questo progetto saranno assegnati alle 10 zone.
Essi saranno operativi secondo le modalità individuate in questo progetto,
ma soprattutto saranno i protagonisti della migliore comprensione del fenomeno,
fornendo ogni utile suggerimento migliorativo.
Le linee guida operative saranno le seguenti:
-
Impiego, in modo prioritario degli stessi operatori in una medesima zona.
-
Elaborazione di un programma dettagliato di attività,
da assegnare quotidianamente agli operatori, distinto per zona di competenza. L’operatore,
in tal modo, sarà assegnatario di una serie di attività costituite
da segnalazioni, problematiche, richieste specifiche di verifica etc.,
che svilupperà direttamente, seguendo tutte le fasi che iniziano con la raccolta
dei dati e terminano con lo sviluppo in positivo o con la proposizione di soluzioni.
Organizzazione interna dei “Vigili di Zona”
Al fine di ottimizzare il sistema di raccolta delle informazioni, è previsto
un rapporto di dipendenza funzionale dei VZ dall’Ufficiale incaricato,
che risulterà essere il referente del Comandante per tale nuovo servizio.
L’Ufficiale incaricato dovrà attivare forme di collaborazione diretta
con quegli organismi istituzionali in grado di dare opportuni suggerimenti e segnalazioni.
Organizzazione esterna dei VZ: raccolta e smistamento delle informazioni
Le informazioni raccolte dai VZ dovranno seguire un percorso articolato le cui fasi si
possono riassumere in questi termini:
-
Nell’ambito della propria competenza, il VZ è il primo
rielaboratore delle informazioni, qualora sia in grado
di arrivare alla soluzione del problema.
-
Vi sarà lo smistamento interno delle informazioni raccolte ai competenti
organismi qualora la struttura della Polizia Municipale
non fosse in grado di risolvere le situazioni.
- Sarà creato e gestito un archivio centrale in grado di contenere
le varie fasi di sviluppo di una singola informazione, con suddivisione
per aree tematiche e per aree di intervento.
Riscontro problematiche altri settori e/o enti per risoluzione
Dovrà essere attivata ogni azione per la risoluzione dei problemi emersi
dal contatto con i cittadini. Le richieste e i dati per problemi non risolvibili
dal VZ saranno forniti all’attività di supporto (Funzionario e Segreteria) per l’azione successiva.
Dati, notizie, problematiche della zona (analisi),
altri settori e/o enti per risoluzione e verifica
Tutto ciò che si fa deve essere documentato. In primis saranno elaborati i
dati rispetto a: Problema/Problema risolto.
Successivamente ogni informazione sarà inserita in una banca dati per avere
tutti gli elementi utili al monitoraggio delle attività e alla comprensione di ogni problematica.
Visibilità del VZ
Sarà con ogni mezzo idoneo verificata la visibilità nel
quartiere (per es. domande telefoniche, ecc.), adottando ogni mezzo per migliorare sempre
più questa peculiarità del progetto.
Strutturazione dei dati (Report) e analisi
I dati agglomerati e schematizzati saranno oggetto di report ai soggetti interessati.
L’analisi scientifica permetterà ulteriori miglioramenti. Non essendovi dati organici
di riscontro gli stessi potranno essere indicatori di riferimento visti in misura migliorativa
(per es. intervento medio di sostituzione di lampada non funzionante: giorni 3),
diventerà il parametro sul quale migliorare (arrivare a giorni 2).
Questionario di soddisfazione
Preparazione e redazione di un questionario di soddisfazione che diventa
fondamentale per la valutazione complessiva del progetto e che dia ogni utile indicazione
al migliore prosieguo del progetto.
Valutare se il progetto concluso può diventare un programma e quindi senza soluzione di continuità.
Analisi di tutti i dati a disposizione e relazione conclusiva
L’analisi di tutti i dati disponibili (necessari anche alla predisposizione
del questionario) e i risultati del questionario saranno parte di una relazione
conclusiva da portare alla città.
Conferenza alla città
Informazione pubblica sull’esito del progetto.
SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO
QUARTIERE « 1 »:
Piazza Vittorio Emanuele e traverse primo isolato.
QUARTIERE « 2 »:
via Marina del Mondo, via Fiume, via G. Ungaretti, Cala Curatori, via N. Sauro,
via Macello Vecchio, Cala Fontanelle, Cala Batteria, Corso P. Mameli,
Largo Fontanelle, via F.lli Bandiera, via M. Sforza, via Fiume,
via Caporal Contento, via P. Togliatti, via Trieste, via Vitt. Veneto.
QUARTIERE « 3 »:
via Vitt. Veneto, via Trieste, via P. Togliatti, via Caporal Contento,
via Fiume, via M. Sforza, via F.lli Bandiera, via Cap. Pirrelli,
Corso Umberto, via Ten. Vitti, via B. Isplues, via Fracanzano, Piazza Stazione,
via Arenazza, via Mantegna, via Baione.
QUARTIERE « 4 »:
via Baione, via Mantegna, via Arenazza, Piazza Stazione,
via Fracanzano, via Vitt. Veneto, via B. Isplues, via Ten. Vitti, Corso Umberto, via A. Pesce.
QUARTIERE « 5 »:
via A. Pesce, Corso Umberto, via Cavour, via Cadorna,
via Oberdan, via Sette Monti, viale A. Moro, via S. Marco, complanare S. Marco.
QUARTIERE « 6 »:
complanare S. Marco, via S. Marco, viale A. Moro, via Sette Monti,
via Oberdan, via Cadorna, via Cavour, Corso Umberto, via Cialdini,
via L. Indelli, via Ricasoli, via Rattazzi, via Cappuccini, strada Spirito Santo.
QUARTIERE « 7 »:
strada Spirito Santo, via Cappuccini, via Rattazzi,
via Ricasoli, via L. Indelli, piazza XX Settembre,
via E. Indelli, piazza D'Annunzio, via Lepanto, via Traiana.
QUARTIERE « 8 »:
via Traiana, via Lepanto, Piazza D'Annunzio,
via E. Indelli, piazza XX Settembre, piazza Manzoni,
via U. Bassi, via Cadorna, largo Porta Vecchia, lungomare Porta Vecchia,
via Procaccia, via T. Moro, via Galilei, via Procaccia.
QUARTIERE « 9 »:
largo Castello, via O. Comes, via Barbacana, via S. Cosimo,
largo Vescovado, piazza Manzoni, via U. Bassi, via Cadorna,
largo Porta Vecchia, via Papacenere, via S. Vito, largo S. Salvatore, lungomare Santa Maria.
QUARTIERE « 10 »:
largo Castello, via O. Comes, via Barbacana, via S. Cosimo,
largo Vescovado, piazza Manzoni, piazza XX Settembre, via S. Vincenzo,
via Ten. Vasco, corso P. Mameli, via C. Colombo, cala Vecchio Porto.
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