LA FLORA VASCOLARE DI LAMA BELVEDERE (MONOPOLI - BA)
Laureando: Francesco Angiulli
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4 DISCUSSIONE E CONCLUSIONI


La flora di Lama Belvedere consta di 160 entità subgeneriche appartenenti soprattutto alla famiglia delle Liliaceae, seguite dalle Compositae e dalle Leguminosae. Dall’analisi floristica risultano prevalere i corotipi mediterranei che nel loro complesso superano il 60% mentre, tra le forme biologiche, dominano le terofite (37%) seguite dalle geofite (20%) ed emicriptofite (18%). Questi dati evidenziano la presenza di una flora tipicamente mediterranea.

E’ interessante sottolineare la contemporanea presenza di numerose specie cosmopolite e subcosmopolite (13,2%), di molte infestanti mediterranee e di pochi endemismi (1,9%). Questo dimostra che ci troviamo in presenza di un ambiente fortemente degradato, risultato di un lungo sfruttamento della lama da parte dell’uomo che, anche in tempi recenti, ha introdotto volontariamente o involontariamente, numerosi alberi da frutto e alcune specie ornamentali.

Tra gli ambienti riscontrati quello dominante è l’incolto dove si concentrano la maggior parte delle cosmopolite, delle infestanti e delle specie introdotte. E’ inoltre presente un ambiente che possiamo definire di prato arido il quale, seppur degradato, contiene le specie endemiche e quelle inserite nella Lista Rossa delle piante d’Italia.

Infine sono stati censiti alcuni piccoli lembi di macchia alta ove è presente Quercus ilex L. quale specie arborea. Questo ambiente, per quanto limitato, si presenta in un discreto stato di conservazione, mancano infatti specie infestanti, introdotte ed è bassa la percentuale delle cosmopolite.

Il clima di Lama Belvedere è di tipo mediterraneo, caratterizzato da inverni miti ed estati calde con precipitazioni abbondanti in autunno e primavera ma quasi assenti in estate. Si è visto inoltre che la somma delle temperature medie dei mesi di gennaio e febbraio è di 19 C°; questi valori termici invernali indicano la potenziale presenza della lecceta (Macchia et al. op. cit.).

Le leccete pugliesi si rinvengono in distretti climatici abbastanza caratterizzati dove l’evapotraspirazione potenziale deve essere compresa tra 820 e 860 mm, le precipitazioni medie annue devono risultare superiori a 600 mm e la temperatura
media annua intorno ai 16°C. Il valore dell’evapotraspirazione reale annua nell’area delle leccete è sempre superiore a 400 mm mentre il surplus idrico non sembra essere significativo al contrario del deficit che risulta sempre inferiore a – 400 mm. (Macchia et. al. op. cit.).

Secondo l’indice di De Martonne Lama Belvedere rientra nell’ambiente di macchia.

Dai dati ottenuti e per la documentata presenza di una piccola area in cui è presente una macchia alta a Leccio, si può con certezza identificare l’area di Lama Belvedere all’interno dell’orizzonte della lecceta mediterranea ovvero nell’alleanza Quercion ilicis.

Tutto ciò è confermato ulteriormente dal fatto che i fianchi della scarpata Nord-Occidentale delle Murge, che va da Monopoli ad Ostuni e che si protende in avanti verso la fascia a coltura di ulivi, sono in gran parte ricoperti da una vegetazione che sarebbe inquadrabile nei normali schemi della lecceta mediterranea (Bianco et al., 1991).

Con il presente lavoro ho cercato di fornire un contributo alla conoscenza del patrimonio floristico di un’area individuata come d’interesse naturalistico, ambientale e paesaggistico dalla Regione Puglia (Legge Regionale n.19 del 24.7.1997 B.U.R.P. n° 84 del 30 luglio 1997).

I programmi specifici da adottare per la tutela e la conservazione della flora di Lama Belvedere dovrebbero assumere le caratteristiche di un vero e proprio progetto ambientale teso alla protezione e all’incremento della vegetazione autoctona nonché alla creazione di corridoi ecologici di collegamento tra le aree naturali protette ad essa adiacenti. Per quanto riguarda la scelta delle aree da sottoporre alla tutela si dovrebbero includere, non solo quelle all’interno degli ecosistemi protetti o quelle immediatamente circostanti con funzione protettiva, ma anche quelle dislocate altrove e funzionalmente ad esse correlate come elementi paesaggistici con funzione di “corridoi ecologici”.

In conclusione, gli obiettivi alla base della tutela e conservazione di Lama Belvedere a mio parere dovrebbero essere:

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il ripristino della funzione idrogeologica dell’alveo del Torrente Ferraricchio; è necessario mantenere il “verde permeabile”, per garantire il deflusso naturale delle acque evitando fenomeni alluvionali.
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la conservazione e la valorizzazione della flora autoctona; è necessario tutelare Lama Belvedere essendo una delle poche aree inedificate che si insinuano in un territorio urbano. Tale programma di conservazione e recupero, deve mirare al ripristino della flora che caratterizza la lecceta mediterranea la quale rappresenta la vegetazione potenziale di Lama Belvedere.
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la fruibilità dei luoghi da parte della comunità; è bene tener conto della necessità di creare percorsi ecocompatibili che consentano la fruibilità tra il sistema urbano e il sistema ambientale, in un ottica di educazione al rispetto e all’appartenenza dei luoghi.
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