La parte centrale della regione
Puglia, identificabile con la struttura geologica delle Murge, è
particolarmente segnata da un fitto sistema di incisioni torrentizie
che, partendo dai rilievi collinari, tagliano trasversalmente la
Regione dirigendosi perpendicolarmente alla linea di costa dei mari
Adriatico e Ionio: le lame e le gravine. Esse rappresentano un elemento
ambientale dominante, caratteristico del territorio pugliese; si
tratta delle più tipiche forme carsiche superficiali presenti
nel territorio murgiano (Mininni, 1996).
Lama Belvedere sarebbe stata incisa presumibilmente
durante l’ultima epoca glaciale, iniziata circa 100.000 anni
fa e terminata 10.000 anni fa, quando le precipitazioni erano più
abbondanti. Il profilo trasversale della Lama Belvedere è
caratterizzato da un alveo a fondo piatto e fianchi sub-verticali.
Essa rappresenta un corridoio di connessione tra il cuore della
città di Monopoli e le zone urbane periferiche raggiungendo
la costa in corrispondenza di insenature. L’andamento blandamente
meandriforme del tratto terminale e la direzione pressapoco perpendicolare
alla linea di costa, laddove il percorso non è stato artificialmente
modificato, indicano una genesi non necessariamente tettonica della
lama; essa probabilmente ha avuto origine dall’azione chimico-fisica
delle acque meteoriche (Melchiorre, 2001). La profondità
modesta dei solchi erosivi e le caratteristiche litologiche delle
rocce hanno favorito la sua antropizzazione di cui sono testimonianza
le numerose grotte e le cavità scavate nella calcarenite.
In epoca storica, l’alveo della lama Belvedere è stato
dotato in numerosi tratti di sponde artificiali che raccolgono le
occasionali acque piovane, lasciando due terrazzi laterali disponibili
alla coltivazione.
La sua area complessiva si aggira intorno ai dodici ettari ed è
posizionata a 40° 57' di latitudine Nord e 17° 18' di Longitudine
Est da Greenwich. La quota massima raggiunta è di circa 50
metri s.l.m.
Lama Belvedere rientra nel Foglio
190 “Monopoli” della Carta Geologica d’Italia,
nell’ambito della Tavoletta I.G.M. 190 I N.O. “Monopoli”
(fig. 1.3.1).
Figura 1.3.1 Stralcio della Tavoletta I.G.M. 190 I N.O. “Monopoli”,
la linea blu rappresenta il
percorso della lama e la linea rossa il tratto ormai totalmente
occultato dall’abitato di Monopoli.
Le formazioni dominanti la
regione in esame sono quelle del gruppo dei Calcari delle Murge
(Cretaceo superiore), fra le quali prevalgono per estensione di
affioramento il Calcare di Bari (Turoniano - Cenomaniano) ed il
Calcare di Altamura (Senoniano) (Merla et al. 1971).
I depositi alluvionali sono
poco frequenti mentre diffusi sono i terreni eluviali e colluviali
costituiti essenzialmente dalle terre rosse, che rappresentano i
prodotti residuali dei fenomeni di dissoluzione dei calcari. Trasgressive
sulle rocce del Cretaceo sono le Calcareniti di Gravina (Calabriano
- Pliocene superiore) diffuse lungo la costa e dunque anche nel
sito in esame. La superficie di contatto tra la Calcarenite di Gravina
e Calcare di Bari si presenta generalmente sub-orizzontale, con
debole immersione verso la linea di costa e localmente con andamento
irregolare, essa si osserva chiaramente all’interno della
lama Belvedere per una lunghezza di alcune centinaia di metri.
Il rilevamento geologico
di dettaglio, eseguito da Melchiorre (op. cit.) in una vasta area
nell’intorno del sito interessato, ha evidenziato come la
formazione geologica diffusamente affiorante sia quella della Calcarenite
di Gravina con le tipiche caratteristiche descritte di seguito.
L’area della Lama Belvedere
si sviluppa su un substrato roccioso costituito da due unità
formazionali che dal basso sono:
- Calcare di Bari
- Calcarenite di Gravina
La prima è costituita
da una successione di strati carbonatici di piattaformainterna con
sedimentazione tipica di mare sottile (ambienti tidale e lagunare);
litologicamente si tratta di micriti e dolomicriti di colore grigiastro
con scarsi fossili, per lo più foraminiferi e alghe. Lo spessore
degli strati varia dal decimetro al metro con giacitura generalmente
suborizzontale, occasionalmente inclinati di 10-15°. All’interno
degli strati sono presenti occasionali stiloliti. L’età
del calcare è riferibile al Cretaceo superiore (da 100 a
65 milioni di anni fa).
La calcarenite di Gravina
è costituita da una biocalcarenite giallastra assai fossilifera
in strati spessi e banchi di aspetto massiccio. I granuli sono per
lo più costituiti da frammenti di gusci di molluschi, oltre
che granuli arenacei provenienti dallo smantellamento del substrato
calcareo. All’interno sono presenti lamellibranchi, echinidi,
brachiopodi, gasteropodi. Sono abbondanti le bioturbazioni a struttura
prevalentemente verticale (Merla et al. op. cit.). Lo spessore affiorante
della Calcarenite dell’area di studio non supera in genere
i 5 metri e l’età attribuita alla parte basale è
quella infrapleistocenica (1.5 milioni di anni).
Il passaggio dal Calcare
alla Calcarenite è evidentemente trasgressivo. La superficie
di contatto è di abrasione, con perforazioni di litodomi,
alghe perforanti e spugne. La trasgressione indica un periodo di
assenza di sedimentazione, emersione ed erosione, con successiva
sommersione della zona. I dati attuali non consentono di indicare
quando sia avvenuta l’emersione: è presumibile che
gli ultimi strati sedimentari depositati siano stati erosi e asportati
con la perdita di qualsiasi informazione a riguardo (Melchiorre
op. cit.). |