A.P.A.D.

Parrocchia S. Antonio 

Città di MONOPOLI 

 t r e n t a   a c q u a r e l l i   p e r   i   b a m b i n i

 

Ciccio Mitrotti

 


Spazio espositivo della Chiesa S. Antonio / Monopoli

dal 20 maggio  al 10 giugno 2006

orari: 10.30/12.30 - 18.00/20.30

Inaugurazione della Mostra

sabato 20 maggio / ore 19.30

Saluto del Parroco
don Peppino CITO

Testimonianze
Francesco GIANNOCCARO
Nino SEMERARO


Momenti Culturali

martedì 23 maggio / ore 19.30
Antonio D’ARIENZO legge le sue poesie
a ce nàsce... a ce chémbe... a ce more
Introduzione di Anna OSTUNI

martedì 30 maggio / ore 19.30
Musica tra i quadri di una esposizione...
Alessandro MUOLO - flauto
Angela INTINI - flauto
Francesco NOTARANGELO - clarinetto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Per dire di Ciccio Mitrotti e della sua pittura ho bisogno di riandare al mio primo incontro con la terra e con la gente di Puglia, nei già lontani anni Cinquanta. Per me che arrivavo dal Piemonte fu come approdare su un altro pianeta: qui la luce dominava su tutto, anzi abbagliava; il bianco a calce delle case, l’azzurro profondo del mare e del cielo, la terra rossa tra gli ulivi... ogni colore, nella rivelazione di questa luce, mi appariva nuovo, più intenso, più netto nel contrasto con l’ombra, come se tutto già fosse disposto per trasmettere nuove e forti emozioni.
E la scoperta degli occhi si accompagnava a una continua scoperta del sentimento e dello spirito, facilitato dalla gente che qui incontravo, che mi parlava della sua terra e, senza volerlo, mi insegnava a vedere le cose con altri occhi. Tra queste persone l’allora giovane Ciccio Mitrotti, alle sue prime e promettenti prove nel disegno e nella pittura. Da subito i suoi bozzetti mi sorpresero e interessarono per freschezza di espressione, delicatezza di toni, pudore di sentimenti che esprimevano o lasciavano indovinare.
A distanza di molti anni direi che ritrovo nella pittura di Ciccio per un verso la sua spiritualità, semplice e schiva ma inflessibilie nella fedeltà e unicità dell’espresssione figurativa; per altro  verso colgo, specialmente nelle opere più recenti, una caratura intima, interiore e propriamente religiosa del suo sguardo sulle cose - che si tratti di uno scorcio di paesaggio o di nature morte in un interno - uno sguardo capace di empatia, di rispetto, di duttilità inappagata alle sottili vibrazioni del mistero di luce in cui le forme si velano e si rivelano.
Mentre altrove, nell’arte e nella vita, divampa una sfrenata seduzione dei sensi e dello spirito, vedo compiersi in queste opere una silenziosa riconsegna delle cose alla loro più vera identità, nella luce discreta che le avvolge le trascende.

Benito Regis
Mantova, 9 marzo 2006