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 COMUNICATO STAMPA N.517
11 marzo 2010

 Il tesoro del Museo Diocesano di Monopoli
La ricerca sarà presentata sabato 13 marzo alle ore 18

 

Sabato 13 marzo alle ore 18 al Museo Diocesano in Via Cattedrale 26 a Monopoli sarà presentata la ricerca «Il Tesoro del Museo Diocesano di Monopoli» a cura del Prof. Eugenio Scandale, titolare della cattedra di Mineralogia dell’Università di Bari. Interverranno il vescovo della Diocesi Conversano-Monopoli S.E. Mons. Domenico Padovano, il Sindaco di Monopoli Emilio Romani, il Magnifico Rettore dell’Università di Bari prof. Corrado Petrocelli, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Piglia prof. Antonio Castorani, il Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia Arch. Ruggero Martines e il Direttore del Museo Diocesano di Monopoli prof. Michele De Palma 

L’insieme dei manufatti in oro e argento custoditi nel Museo Diocesano di Monopoli può essere considerato oggi un vero tesoro che in passato è già stato oggetto di studio storico - astistico, ma il cui pregio non è stato reso noto realmente in quanto non è mai stata condotta una analisi dei materiali, quali gemme, ornamenti, smalti, metalli e dorature che ne attribuisse il giusto rilievo.

Con il progetto di analisi e caratterizzazione dei materiali attraverso metodiche di indagine non invasiva e non distruttiva «Il Tesoro del Museo Diocesano di Monopoli», realizzato grazie al cofinanziamento dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Puglia all’Università di Bari e al Dipartimento Geomineralogico, è stato possibile condurre un indagine scientifica dei materiali attraverso la strumentazione avanzata del laboratorio mobile Arcogem (Spin off dell’Università di Bari) allestito all’interno dei locali del Museo Diocesano della Cattedrale.

Gli oggetti preziosi custoditi del Museo Diocesano di Monopoli rappresentano l’opera d’arte dell’uomo e portano con se la storia, fabbricazione, uso, le trasformazioni avvenute nel tempo e i segni della sua conservazione. Parte di questa storia è visibile con gli strumenti della storia e la storia dell’arte, attraverso il riconoscimento degli stili e della manifattura. In parte la storia è ricostruibile attraverso l’analisi delle fonti scritte. Ma c’è una larga parte che è nascosta sotto la superficie, intrappolata nella struttura dell’opera, nelle molecole, negli atomi che la costituiscono.

Le elevate competenze scientifiche e la metodica di lavoro non invasiva e non distruttiva ha permesso di individuare non solo l’autenticità del bene e degli stili attraverso la composizione dei materiali, ma anche il riconoscimento delle botteghe di provenienza con i confronti composizionali tra le opere appartenenti allo stesso periodo, di individuare eventuali interventi dell’uomo nel tempo e “fatti”storici che permettono di collocare il bene in un preciso arco temporale.

I sorprendenti risultati scientifici ottenuti hanno sviluppato un forte l’interesse verso lo studio di oggetti preziosi medievali su tutto il territorio pugliese creando i presupposti affinché il progetto di caratterizzazione e valorizzazione non invasiva e non distruttiva possa essere esteso anche a tutto il bacino del Mediterraneo considerata la provenienza di molti manufatti.