Festa della Matricola
2003

SABATO 20 DICEMBRE
ORE 8.00
PIAZZA VITTORIO EMANUELE

(PUN-TU-A-LI!!!)

non mancare, divertiti con noi sin dalla mattina,
Monopoli torna a svegliarsi tra i lazzi e i frizzi di una nuova esplosiva

FESTA DELLA MATRICOLA!!!

 

PASSAPAROLA!!!

Incontro con le MATRICOLE
presso il salone della parrocchia del Carmine
venerdì 19 dic. ore 20.30

 

 

 PROGRAMMA

ore 8.00 
Raduno dei partecipanti in Piazza Vittorio Emanuele
         
ore 8.30
Abitazione del Priore: Cerimonia di proclamazione e vestizione
 
ore 9.00
Municipio: incontro con il Sindaco per la tradizionale consegna delle Chiavi della Città ed intrattenimento nella Sala Consiliare per lo svolgimento del Processo alla Matricola

ore 10.00
Partenza da Piazza Vittorio Emanuele del corteo festante di partecipanti
per le strade di Monopoli

ore 11.00
Ritorno in Piazza Vittorio Emanuele: giochi goliardici

ore 11.30
Visita ai commercianti per gli auguri e la raccolta di doni per gli anziani di Casa Romanelli e di sottoscrizioni per l’Associazione Universitaria e per l’A.N.T.


ore 13.00
Raduno dei partecipanti in Piazza Vittorio Emanuele e pranzo in un ristorante cittadino (a fine pranzo consegna dei Papiri Matricolari alle matricole in ricordo dei festeggiamenti 2003)


ore 17.00
Visita alla Casa Romanelli per gli auguri e la consegna dei doni agli anziani

 

 

GOLIARDIA: storia e curiosità

Quanti conoscono o pensano di conoscere il vero significato di una festa che affonda le proprie radici in un passato lontano, legandosi ad una tradizione goliardica che solo pochi comuni in Puglia, tra cui Monopoli, continuano a perpetrare con entusiasmo ed ironia? Cercare di spiegare la goliardia a chi non la conosce è impresa quasi impossibile.   

  Il vero goliarda è colui che possiede requisiti non comuni:
il piacere dello scherzo salace e il gusto dello sberleffo, l’intelligenza e la favella del dialettico, ironia e autoironia, indipendenza dell’anarchico, amore di vino e compagnia. La goliardia è fatta di eccessi e antinomie, rigidamente gerarchica, è in realtà la burla del potere, poiché l’unica cosa che il goliarda realmente onora è l’intelligenza. Il vero goliarda è un raffinato e diretto spadaccino, non un vandalo inconsapevole. Non è facile sfatare i pregiudizi radicati, purtroppo in buona parte della cittadinanza e, nota alquanto più dolente, in molti dei nostri coetanei, nonché colleghi universitari, scettici e prevenuti oltre che profondamente disinformati.
      

 

 

 

Il primo goliarda della storia, udite, udite, fu un clerico. Pietro Abelardo nato a Pallet, Nantes, nel lontano 1079 e morto in un convento della Francia nel 1142. Noto verseggiatore e fine dicitore, a lui attribuiamo la nascita dei Clerici Vagantes: chi erano costoro? Studenti itineranti che nel XII secolo contribuiscono a promuovere una vera e propria rivoluzione letteraria e morale, portando l’amore del sapere fuori dall’angusto ambiente claustrale. Pur restando clerici, questi raffinati mascalzoni cominciano a cantare in versi l’amore per le donne e l’ebbrezza del vino, solenni mangiate e beffe irrisorie, mordace pungolo contro un’autorità spesso inchiodata a consuetudini ormai invecchiate. La Chiesa ufficiale, insofferente nei confronti di siffatte trasgressioni, pensò bene di chiamare Abelardo Golia ossia demonio, satanasso. I Clerici Vagantes, suoi seguaci, divennero i goliardi.

Bene, il loro spirito si conserva ancora oggi nella festa della matricola così come in tutte quelle manifestazioni che vogliono rendere omaggio alla libertà del dire e alla passione per la vita.                                                                                   

Solo nella seconda metà del Diciannovesimo secolo (1888), però, in occasione dei festeggiamenti per l’anniversario della fondazione dell’Università di Bologna (la più antica al mondo), nacque la goliardia in senso moderno, ossia quella baldoria tipicamente studentesca e universitaria, nutrita di scherzi, provocazioni, bevute , mangiate e doppi sensi. Bacco Tabacco e Venere, per intenderci, esaltazione di vizi sublimi, celebrazione di vita, giovinezza e libertà. A Padova nel 1892 viene introdotto l’uso della feluca , trecentesco cappello a punta che anche oggi ogni bravo goliarda dovrebbe possedere e sfoggiare quale distintivo immancabile della propria identità di studente universitario. Tutti i goliardi, dalla matricola al fuoricorso, non hanno alcuna differenziazione esteriore, tranne il colore e il numero degli ornamenti della feluca.

Un goliarda senza feluca è come una cena senza vino.

La festa della matricola, nasce in questo stesso contesto, inizialmente come una vera e propria caccia alla matricola per le vie cittadine, finalizzata alla celebrazione del battesimo ed imberrettamento dei giovani studenti, veri e propri iniziati alla comunità goliardica. Feste di questo genere ebbero grande splendore nei primi anni del Novecento, coinvolgendo tutte le città popolate da nutrite comunità studentesche e interessando persino la stampa dell’epoca per la grandiosità e il fasto delle celebrazioni.Ma il periodo d’oro della goliardia italiana e anche monopolitana, restano senza dubbio gli anni Cinquanta, sull’onda dell’entusiasmo post-bellico e di una nuova mentalità giovanile ancor più votata alla spensieratezza, che coinvolse gruppi via- via sempre più numerosi. Poi un lento declino.

Un declino motivato dal sorgere di nuovi interessi nei giovani, nuove forme di svago e libertà che gli studenti trovano già in età liceale, cosicché il solenne ingresso nell’Università ha finito per perdere il significato originario di confine tra dipendenza familiare e indipendenza, come avveniva un tempo.

A Monopoli si lotta perché tale declino non spenga i fasti di questa festa antica, di questo patrimonio culturale, né soffochi la goliardia rendendola asfittico interesse di pochi. Per ciò partecipate, partecipate, partecipate!

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Veniamo ai nostri giorni, all’anno 2003.

Sono in cantiere numerose iniziative. Per chi non le conoscesse nel corso della festa, verranno celebrate solenni cerimonie. In particolare, in Comune, come ogni anno si terrà il Processo alla Matricola, dopo la consegna delle chiavi della città da parte del Sindaco. Rito di origine ottocentesca, volto a purificare la matricola dalle sue colpe. Il processo si terrà con l’ausilio degli studenti di giurisprudenza, sulla base di una rigorosa procedura e di altrettanto rigorose formule in latino maccheronico, lingua ufficiale del buon goliarda. Lo scopo del processo è anche quello di stimolare la matricola a rispondere a tono, facendo leva sulle sue qualità dialettiche, sull’arguzia e l’ironia. Insomma deve divertire e divertirsi.                  

Seguirà il Battesimo della Matricola in nome di Bacco Tabacco e Venere, rito che permette l’accesso vero e proprio alla comunità universitaria.                                                                                                                                  
Quest’anno, inoltre, verrà recuperata un’altra importantissima tradizione sulla base di alcune ricerche in materia, ossia la consegna del Papiro Matricolare in ricordo dei festeggiamenti 2003, una sorta di lasciapassare all’interno delle mura universitarie, un vero e proprio codice che servirà da difesa dagli assalti di altri goliardi più anziani, pronti a trovare cavilli di ogni tipo per poter correggere il papiro stesso con codicilli, onde estorcere sempre nuove offerte alla malcapitata matricola.

È bene qui ricordare che tutti gli scherzi della giornata sono finalizzati al divertimento reciproco e non alla sopraffazione. In ogni gioco c’è sempre un fondo scatologico o sessuale, comune d’altronde a tutti gli scherzi della tradizione popolare, che si fa sempre più pungente in proporzione all’imbarazzo dimostrato dalla vittima, proprio con l’intento di provocare in essa una reazione: si tratta alla fin fine di una sorta di iniziazione, nella quale, chi vuole entrare a far parte della goliardia, deve lasciarsi alle spalle falsi tabù e il modo convenzionale di pensare, per adottare una nuova logica.

Nel corso della giornata si terranno naturalmente, cortei di auto agghindate a festa e giro della città sul pullman gentilmente messoci a disposizione dalla Autoscuola Mangini che da tre anni trasporta gli universitari privi di mezzo tra urla e strepiti, la liberazione degli studenti più piccoli dalle scuole, questua per i negozi cittadini al fine di racimolare fondi per il pranzo annuale e anche per l’immancabile beneficenza a favore della locale sezione dell’A.N.T..                                                      

Sarebbe bello far capire anche agli scettici che dietro manifestazioni del genere non vogliono esserci intenti vandalici, ma una storia ed un rituale da conservare, nonché tanto divertimento per tutti.

Al termine di questo ragguaglio, l’invito che vi porgiamo è quello ad una partecipazione più numerosa, più consapevole, più responsabile che mai. Armati di feluca siate pronti a godervi la presa della città sotto la guida indiscussa del Magnifico Priore

 

Per maggiori informazioni visita il nostro sito:

http://www.associazioneuniversitariamenga.com/