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Piani sociali di zona: il ruolo di Regione e Comuni
Si è svolto lo scorso venerdì 19 maggio, presso l’Hotel Excelsior di Bari, un incontro sul tema “Lo stato di attuazione dei Piani Sociali di Zona in Puglia ed il Ruolo dei Comuni e della Regione”.
L’iniziativa, promossa e organizzata da Assessorato Regionale alla Solidarietà e ANCI Puglia è stata un’importante opportunitàdiconfronto con tutti i Comuni pugliesi, con i referenti politici degli ambiti territoriali sociali e con i responsabili tecnici degli uffici di Piano, sullo stato del percorso di definizione del Piano Sociale di Zona e di attuazione dei servizi previsti negli stessi Piani,oltre che una occasione per rilevare e condividere buone prassi, criticità e risultati. Hanno presieduto i lavori l'Assessore alla solidarietà della Regione Puglia, Elena Gentile, e ilPresidente di ANCI Puglia, MicheleLamacchia.
Tra i partecipanti vi sono stati molti interventi da parte di amministratori e tecnici responsabili degli Uffici di Piano di Zona, i quali hanno rilevato le difficoltà quotidiane lungo la strada della gestione associata dei servizi sociali e le difficoltà del confronto con le Aziende Sanitarie Locali. Anche dai Comuni è dunque giunta la richiesta forte alla Regione di far pervenire alle Aziende Sanitarie e ai Direttori Generali input precisi in merito alla programmazione delle prestazioni sociosanitarie, che devono essere cofinanziate da Comuni e ASL, ma per le quali le ASL continuano a dire di non avere risorse sufficienti né indirizzi precisi dalla Regione. D’altro canto molti Comuni hanno testimoniato di avere lavorato molto bene nella definizione delle regole condivise per la gestione dei servizi e per l’accesso alle prestazioni, anche raggiungendo importanti accordi con le ASL, ma tutti gli sforzi fatti hanno bisogno di entrare decisamente in una fase applicativa.
Il Presidente dell’ANCI Puglia ha ribadito la necessità di valorizzare l’autonomia dei Comuni, sia nella scelta della forma di gestione associata sia nelle procedure gestionali e attuative dei servizi, mentre uno sforzo più deciso la Regione è chiamata a fare nella definizione di indirizzi programmatici generali affiancati da parametri – obiettivo e indicatori di qualità rispetto alle diverse aree di intervento, per valutare poi a valle l’efficacia del lavoro svolto. Lamacchia ha evidenziato le problematicità contenute nella Legge regionale che hanno portato alle difficoltà di gestione dei Piani di zona, partendo dalla concezione meramente centralistica e accentratrice che riserva ai Comuni solo un ruolo di terminale del territorio. La situazione si aggrava ulteriormente se si considera la disposizione del piano delle politiche sociali che prevedeva per le singole attività quote percentuali uguali per tutta la Puglia, indipendentemente dai bisogni delle realtà territoriali. Lamacchia ha rilevato inoltre la mancanza di una valida opzione per le politiche di integrazione sociosanitaria e nel campo socioeducazionale e socioformativo. Questo ha reso impossibile l’attuazione di quelle che erano le priorità del Piano stesso (ADI Assistenza domiciliare integrata) e reso problematica tutta l’integrazione scolastica (soggetti in situazione di handicap e soggetti a rischio).
L’auspicio è che la nuova legge regionale, depurata da scontri ideologici e resa più snella e funzionale da una vera “politica di benessere sociale”, veda la luce al più presto in modo da passare, da una amministrazione ed una politica sociale “per atti” ed autoreferenziata, ad una politica per obbiettivi, fondata su bisogni, efficienza ed efficacia.
L’Assessore Elena Gentile ha assunto l’impegno di verificare tutti i passaggi nel percorso di attuazione dei Piani di Zona che possono ulteriormente essere semplificati, ha ricordato come un passaggio importante per innovare i rapporti tra Comuni e soggetti del Terzo Settore è rappresentato dalla approvazione della nuova legge sui servizi sociali e si è impegnata a promuovere una verifica con le strutture regionali di governo delle Politiche della Salute, per arrivare al più presto a dare indirizzi chiari e vincolanti ai Direttori Generali, coerenti con le esigenze del territorio e con gli obiettivi di salute da assicurare alla popolazione pugliese. Quanto alla opportunità di semplificare il percorso anche con la riduzione dei vincoli per la programmazione e le procedure di gestione, nonché per il riconoscimento della maggiore autonomia dei Comuni, l’Assessore ha rilevato come questo Piano Regionale delle Politiche Sociali, con i Piani Sociali di Zona che ne sono derivati, restano comunque un primo importante banco di prova per tutti gli attori interessati e, seppure importanti lezioni sono state appresa da tutti in questa fase, non si può dimenticare che interesse primario della Regione è quello di garantire tratti di omogeneità per la costruzione della rete dei servizi sociali sul territorio pugliese, nonché pari opportunità di accesso ai servizi per i cittadini, anche in presenza di amministrazioni comunali non sempre pronte a sostenere la sfida del cambiamento, e a riconoscere la pari dignità di tutti i Comuni, anche di quelli più piccoli presenti nei diversi ambiti territoriali, i quali devono comprendere che solo nella gestione associata hanno una importante opportunità di riscatto e di ripartenza.
Dall’incontro di oggi parte un percorso nuovo di collaborazione tra Regione e Comuni volto a presidiare quanto sta avvenendo per fornire un supporto reale ai Comuni e migliorare il percorso attuativo del Piano regionale delle Politiche sociali. Si è deciso, infine, di continuare con incontri provinciali di verifica per piccoli gruppi di ambiti territoriali.
(com. serv. st. GR)
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