L’Associazione Culturale OFFICINE CLANDESTINE

 

presenta


PICCOLE COSE DI IMPORTANZA TRASCURABILE


Allestimento scenico su testi di poeti italiani contemporanei a cura di Francesco Carofiglio

con gli allievi e i docenti della scuola del teatro universitario di Bari

 

3 settembre 2004

Chiesa SS. Pietro e Paolo (centro storico)

 


Poesie di:

Patrizia Valduga, Patrizia Cavalli, Edoardo Sanguineti, Valerio Magrelli,
Mariangela Gualtieri, Stefano Benni, Gilberto Sacerdoti.

 

Con:

Luca Andolfi, Gabriella Cantalice, Mina Caramia, Nicoletta Carbonara,
Francesco D’Amore, Valeria De Bari, Manuela De Gioia, Maria Elena Germinario,
Antonio Iandolo, Frank Lamacchia, Licia Lanera, Tiziana Manfredi,
Nicolò Marchese, Piero Netti, Giulia Pace, Riccardo Spagnulo,
Ester Tattoli, Caterina Valente, Vincenzo Zampa

 

Con la partecipazione di Giusy Frallonardo e Francesco Carofiglio

 

Regia e drammaturgia di Francesco Carofiglio

 

Assistente all’allestimento: Mina Caramia

 

Assistenti di produzione: Luca Andolfi, Mina Caramia, Maria Elena
Germinario, Caterina Valente

 

Produzione video: Nicola Amato


 

Piccole cose di importanza trascurabile è l’ultima produzione del nuovo Centro Teatrale Universitario di Bari diretto da Francesco Carofiglio, in collaborazione con l’associazione Officine Clandestine.

Già dallo scorso anno il CUT di Bari ha avviato un programma di formazione dell’attore che coniuga lo studio delle tecniche di improvvisazione con la pratica di palcoscenico e lo studio del personaggio.

Le produzioni degli ultimi due anni hanno riscosso un grande successo di pubblico e di critica e proprio quest’anno all’attività del Centro si è affiancato il lavoro di Officine Clandestine, associazione di nuova formazione che si occupa di ricerca nelle arti visive e della messa in scena.

Piccole cose di importanza trascurabile è uno spettacolo tutto incentrato sulla poesia contemporanea, non un reading ma una elaborazione drammaturgica autonoma e originale che dà vita ad una creazione dal carattere defilato un po’ sghembo, detto e sentito di sguincio.

Elastico nella concezione, si compone di performance e letture, di messa in scena on stage e di piccole sorprese di percorso.

Tutto si svolge dentro una stanza dei giochi dove la parola è il conduttore inconsapevole.

Venti ragazzi pugliesi dentro una scatola acustica dove il ritmo del verso scandisce l’alternanza della percezione e delle emozioni.

Alla ricerca di una leggerezza rinnovata.

Piccole cose, comunque, di importanza trascurabile.