Associazione Socio Culturale
MERIDIANI E PARALLELI
Monopoli


Castello Carlo V

29 novembre - 12 dicembre 2008

9.30/12.30 - 18.00/21.00 - chiuso il lunedì

www.ugodecesare.it

 

COLORPUGLIA

La masseria festeggia l’onomastico della calce, il latte buono della pietraviva, che pitta rinfresca disinfetta tutto poi zompa in testa a qualche trullo per scavare le sue impronte nell’azzurro.

Quaggiù il colore non ha badato a spese; e così il geranio appiccia il fuoco alle finestre, il verderame tinge le controre, il basilico fa altri verdi nella grasta, perciò quel giallo color di sete, quel rosso chiasso che come niente passa dal rosolaccio a una bestemmia fattincasa.

Ma specialmente il bianco a noi ci sta a pennello, bianco come il ricordo fantasma dell’acqua, bianco come la prima comunione di roccuccio, come il lenzuolo che grida sui terrazzi o come l’odore, del padreterno appisolato dentro una cappella di campagna in mezzo ad angeli con le ali di cipria e appena una punta di rossore in faccia.

Intanto il campanile sventola la banderuola del cappero infiorato, chiama le rondini a spettegolare sul tramonto mentre le donne appendono i seni alle ringhiere dei balconi da dove guardano i balcani, o si siedono insieme davanti alle case a raccontare le parole di prima con cui nominano vocabolari di capase e lamioni, boccacci di secoli e memorie sott’olio, infine accompagnano la luna di ramerosso a prendere il sonno nel mare o dentro un fosso.

Ecco. Un silenzio coi piedi per terra chiama per soprannome il buon maestrale, perchè apra le sue tende trasparenti e appaia in primo piano l’alta fronte dell ulivo in persona, mentre a due passi il mandorlo ruffiano di bianco fiorisce in dialetto.

Lino ANGIULI

 

UGO DE CESARE - Biografia

Ugo de Cesare è nato a Napoli nel 1950, in quella griglia di vicoli che sono i Quartieri Spagnoli, che è come dire il più ricco e vario museo di arte sacra con affreschi e tele seicentesche, cariche di magia e suggestione agli occhi incantati di un bambino.

Le prime immagini a colori sono legate a quei dipinti ancor prima dei fumetti che mi divertivo a disegnare dopo”.

[…] si spiega così la predilezione del pittore per la figura, destinata a rappresentare la prevalente area di ricerca, quando, superata la stagione sognante dell’infanzia, sceglieva la via dell’arte.

[…] così Ugo può prepararsi con serietà e passare all’Istituto d’Arte, dove si diplomerà in Decorazione Plastica. Quindi è aiuto scenografo al San Carlo di Napoli. Seguirà, nel ’73, il Corso Libero di Nudo presso l’Accademia di Belle Arti; poi l’esperienza di insegnante di Educazione Artistica a Procida. Infine gli studi di Sociologia all’Università di Napoli.
È questa la stagione delle letture che lo formeranno: Calvino (…) Hesse (…) Fritjof Capra, l’interesse per le filosofie orientali e i rapporti tra filosofia e scienza.

[…] Poi, sul finire degli anni ’70, la pittura si afferma con prepotenza e non ci sarà più spazio per altri interessi. Con due colleghi mette su uno studio al Borgo Sant’Antonio Abate, nel cuore della Napoli più antica e popolare. Sono anni di Boheme.

[…] la ricerca è stata lunga e travagliata […] disciplinare quella sorta di ingorgo della creatività generatosi in quegli anni è stata la prima fatica del pittore […] nascono da qui, da questo ventaglio di possibilità variamente risolte le sue opere dove la pittura è solo il linguaggio attraverso il quale vengono espresse.

Perché ad onta di una rappresentazione tutta in luce, tutta espressa, la pittura di de Cesare cela insospettabili matrici, le quali si trasformano in altrettante spie per guardare al di là dell’immagine […]

Non è vero che la pittura figurativa si presta poco ad esprimere particolari contenuti, che i suoi limiti sono tutti nella rappresentazione di cui vive e che  al di là di questa non c’è nulla.

C’è un modo, invece, estremamente individuale di porsi davanti alle cose, che assume una precisa fisionomia nel momento in cui si instaurano complesse relazioni fra l’artista, la modernità e la tradizione.

[…] essere autentici e onesti, per de Cesare, vuol dire sentire il valore del proprio “mestiere”; migliorarne e affinarne le qualità attraverso l’impegno quotidiano (…) al quale Ugo de Cesare affida con passione e coerenza il filone della sua ricerca.

Note biografiche tratte da “Quasi un ritratto” di Nino d’Antonio, interamente pubblicate sulla monografia dell’artista.