Interessante è il felice e, per certi versi,
casuale innesto a "sistema", all’interno
di vuoti interposti fra il nucleo urbano antico e
il borgo nuovo, della piazzetta vescovile (poi Largo
Passaglia ed oggi Piazza Manzoni) e dell’attuale Piazza
XX Settembre.
In entrambi i casi si tratta di vuoti residuali, l’uno,
il primo, volutamente predisposto a ricucire le due
parti urbane, l’altro, il secondo, utilizzato fin
verso la fine del secolo come "ortalizio"
del convento di S. Domenico.
Per questa singolare articolazione spaziale fu così
progettato (dall’ingegnere Sebastiano Losavio nel
1887) un vero e proprio giardino pubblico, senza però
trascurare la ridefinizione prospettica del muro d’ambito
religioso (a quel tempo già caserma dei carabinieri)
la cui soluzione architettonica, affidata all’ingegner
Alvise Collavitti, proponeva un muro che, includendo
una serie di magazzini a ridosso dell’ex convento,
si configurava in maniera simmetrica e scenografica.
Le ragioni che condussero ad una simile soluzione
furono dettate da motivazioni igieniche. |