associazione ASSUD

progetto
laboratorio per il sostenibile

 

2 febbraio 2004

 

ore 10,00
piazzale antistante il porto

manifestazione nazionale
per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno di olio di semi che magicamente durante il viaggio in mare sbarca nei nostri porti come olio extravergine di oliva

 

ore 16,30
chiesa S. Pietro e Paolo
(centro storico)

incontro con

Luigi Veronelli
giornalista e scrittore enogastronomico, anarcheologo, teorico della contadinità responsabile

durante l’incontro si parlerà di olivicoltura, produzioni olivicole locali,
alimentazione e agricoltura dal basso


PER SAPERNE DI PIU’
Sul sito www.report.rai.it è pubblicata la trascrizione di una importante puntata di Report (10 marzo 2002) sulle frodi dell’olio.

Per un’agricoltura dal basso; per l’agricoltura contadina; per pensare le relazioni tra movimento dei movimenti, terra e agricoltura; per organizzare il rifiuto del modello neoliberista che vuole l’agricoltura industriale e monocolturale delle multinazionali e della Ue, da una parte, e un’elitaria produzione dei cosiddetti prodotti tipici, dall’altra; per pensare a un nuovo rapporto con la terra/Terra che lasci spazio a produzioni, consumi, piaceri più sobriamente felici; disegnare il circuito virtuoso tra qualità della produzione, qualità del prodotto e qualità delle relazioni sociali; per il consumo critico, contro il consumo produttivo; per condomini della qualità e gruppi d’acquisto autogestiti e a rete; per fare mercato come incontro di coproduzione; per costruire in maniera cooperativa forme e strumenti di comunanza, condurre al riconoscimento della cosa comune, dall’aria all’acqua al cibo fino alla produzione informatizzata e alle reti; per il prezzo sorgente; per  il catalogo di tracciabilità autogestito e autocertificato dai produttori.


La Coltivazione dell'Olivo
di Massimiliano Li Bassi
La coltivazione
dell’olivo è circoscritta alla sola area Mediterranea, che con la sua produzione di olio ricavato dalle drupe di olivo, dal sapore ottimale è certamente, in proporzione, una minima parte dell’olio che circola nel Mondo.
La qualità dell’olio si costituisce nel terreno, che deve avere caratteristiche ideali ed è molto importante la sua esposizione a sud e la assoluta necessità di venti che soffiano dal mare. La pianta dell’ulivo gradisce un clima temperato, la luce solare e fresco umido di notte.
Parlare oggi di olio di oliva è assai facile. Molti articoli, siti Internet, monografie illustrano le preclare virtù dell’ulivo in tutte le sue sfaccettature dagli eccelsi significati religiosi, allegorici del mondo antico e mitico, fino ai simboli usati ai giorni nostri. Se vogliamo parlare d’olio dal punto di vista del grande business, che c’è dietro, rappresenta un così grande affare economico, che non può evitare di suscitare nell’uomo cattivi pensieri e facili speculazioni.
L’informazione legislativa e giornalistica certe volte è fuorviata da interessi particolari. Se l’olio di oliva non è sparito dalla circolazione, non è tutto merito degli uomini, ma della capacità di resistenza di questo meraviglioso albero. Lo scempio che non poté la natura fu quasi messo in pratica dagli uomini con la disinformazione e peggio ancora la superficialità, che sono gli scoraggianti devastatori di ogni cosa. Non dimentichiamo i conquistatori industriali dell’olio di semi, ben organizzati e determinati a sottoporre al mercato, con tutti i mezzi i loro prodotti, reclamizzandoli a martello. Sono riusciti a cambiare certe buone antiche abitudini.
Quando per legge venne sancito, che per indicare l’olio, ottenuto semplicemente dalla spremitura delle olive, si doveva chiamarlo olio extra vergine di oliva si sono scatenati i sofisticatori, con la complicità delle etichette. Quel tipo di olio, che deve avere un’acidità oleica, inferiore all’uno per cento. Ma, anche qui, parecchi laboratori si sono dati un gran da fare, a rettificare, anche i peggiori, e pure ciò che non aveva niente a che fare con le olive, diventava extra vergine.
A questo proposito è bene ricordare che, dopo una relazione di analisi, fatta in un serio laboratorio, in riferimento all’acido oleico, per garantire che non sia stata effettuata nessuna rettifica, bisognerebbe allegare la curva di assorbimento ai raggi UV. Il diagramma di questi risultati analitici deve apparire lineare. Spesso, il consumatore viene ingannato dal complesso linguaggio delle etichette, voluto tale da una legislazione lasciva, che viene applicata da abili speculatori.
Per finire, chi compra deve sapere cosa c’è dentro la bottiglia e con i regolamenti comunitari dovrebbe essere facile decifrare le sigle e i codici nelle etichette.
Un olio non manipolato, non rettificato, non miscelato e prodotto soltanto con la semplice spremitura a freddo delle olive, raccolte secondo l’antica regola, deve avere una bassa acidità per essere digeribile, un buon profumo e un gradevole retrogusto. Deve essere, soprattutto, sincero.
Ma quanto di questo olio è realmente in circolazione?


L’80 % del mercato dell’olio d’oliva italiano è in mano alle multinazionali. Le navi cisterna trasformano ­ con tranquilla truffa legalizzata ­ durante il percorso verso l’Italia, il loro carico di olio di semi in olio extravergine d’oliva. Non si tratta di un miracolo. Basta falsificare le carte, coperti dalla legge sulle rogatorie Internazionali (voluta dal governo Berlusconi). Molte di queste navi attraccano e scaricano nei porti della Puglia. Una è bloccata da anni nel porto di Monopoli (Ba). E’ la nave dello scandalo! Ciò che dovrebbe essere regola (blocco e denuncia dei truffatori) diventa ­grazie alla legge sulle rogatorie eccezione. Per portare all’attenzione di tutti questo problema, punta dell’iceberg sommerso dello sfruttamento globale, proponiamo una manifestazione di disobbedienza civile, che dovrà svolgersi lunedì 2 febbraio, nel porto di Monopoli (Ba), col blocco delle navi cisterna multinazionaliLuigi Veronelli